Decine di migliaia di persone (130.000 secondo gli organizzatori) hanno ieri sfilato a Taipei, capitale di Taiwan, in occasione della marcia dell’orgoglio Lgbti.
Il Pride ha assunto quest’anno un particolare significativo dal momento che si è svolto a meno d’un mese dal referendum sul riconoscimento legale del matrimonio egualitario. Primo caso in tutta l’Asia, nel 2017 la Corte Costituzionale di Taiwan si era espressa in favore delle nozze tra persone dello stesso sesso: un coronamento di anni e anni di battaglie sostenute da attiviste e attivisti locali per i diritti civili in un’isola, di fatto autonoma, sulla quale però la Cina rivendica la sovranità.
Nonostante la sentenza dell’Alta Corte i passi intrapresi per un’attuazione legislativa sono stati pressocché nulli. Da qui l’organizzazione del referendum, che avrà luogo il 24 novembre in concomitanza con le elezioni politiche.
L’iniziativa ha suscitato ampio entusiasmo tra le persone Lgbti cinesi, che guardano alla Repubblica taiwanese come come pioniera dell’uguaglianza di genere e del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Asia.
Wang Zi, 35enne di Pechino, ha dichiarato ad Associated Press: «Non dovrebbero esserci confini quando si tratta di amore e sesso. Anche se non potrò prendere parte al referendum, sosterrò Taiwan con tutte le mie forze».