Nuova sentenza del Tribunale dei Minori di Venezia a favore d’una coppia di donne in materia di adozione coparentale da parte della madre non biologica. «Si realizza – ha stabilito la Corte – il preminente interesse del minore».
Il 26 ottobre il collegio, presieduto da Rocco Valeggia e composto da Patrizia Botteri, Fabrizio Gori, Cinzia Rossato, ha infatti accolto il ricorso presentato dagli avvocati Umberto Saracco e Valentina Pizzol (socia di Rete Lenford) sulla base della lettera d dell’art. 44 della legge 184/83, che consente l’adozione di minori «quando vi sia la constatata impossibilità di affidamento preadottivo».
Come rilevato dalla stessa Corte veneziana, la domanda d’adozione era stata successivamente integrata a seguito dell’unione civile celebrata tra le due donne residenti nel Veronese.
Integrazione formulata ai sensi della lettera b del medesimo articolo, che prevede l’adozione «dal coniuge nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell’altro coniuge», equiparando così la posizione della partner unita civilmente a quella del coniuge.
L’adozione è stata in ogni caso accolta sulla sola base della primitiva richiesta, senza però motivare perchè la lettera b non fosse appropriata.
È chiaro che il Tribunale dei Minori di Venezia, nel concedere l’adozione coparentale, si è attenuto all’impostazione tradizionale così come sancita dalla Corte di Cassazione con la sentenza 12692 del 2016.
Un riconoscimento comunque fondamentale per la coppia e il loro figlio. Un ulteriore passo in avanti, inoltre, nella battaglia per la parità dei diritti.