Quello di Asia Bibi, la donna cattolica 47enne di Ittan Wali (nel Punjab) accusata di blasfemia e assolta, il 31 ottobre scorso, dalla Corte Suprema del Pakistan dopo 3.420 giorni di carcere, è divenuto un caso internazionale.
Non solo a livello mediatico. Ma anche politico in connessione con il tema asilo che, nominalmente avanzato da non pochi Paesi occidentali (compresa l’Italia a partire dai proclami di Silvia Pucciarelli, neopresidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato) già all’indomani del verdetto assolutorio, continua a restare irrisolto. Il tutto nel permanere di un preoccupante stato di agitazione in Pakistan, in una cui località segreta la donna continua a vivere mentre estremisti musulmani ne chiedono l’impiccagione.
Così da giornata di gioia quel 31 ottobre si è tramutato in giornata di trepidazione, mentre continuano ovunque gli appelli perché si giunga a una risoluzione al grido di Free Asia Bibi. Tra questi, in prima linea, c’è il pakistano Wajahat Abbas Kazmi (da anni residente in Italia), attivista di Amnesty International, collaboratore de Il Grande Colibrì e, in quanto gay musulmano, promotore della campagna Allah loves equality.
Alla luce degli ultimi avvenimenti Wajahat ha scritto Asia Bibi. La tragedia di una donna cristiana vista attraverso gli occhi di un musulmano, che sarà disponibile in formato e-book su Amazon a partire dal 27 dicembre.
È il primo libro sulla tragedia della donna cristiana scritto da un musulmano. Un libro che, in 170 pagine, guiderà il lettore attraverso ogni prospettiva del caso e spiegherà cosa significhi effettivamente far parte di una minoranza all’interno della società pakistana odierna, a guida prevalentemente musulmana.
Lo abbiamo raggiunto per saperne qualcosa in più.
Wajahat, perché il caso di Asia Bibi è diventato così importante a livello internazionale?
Nel XXI° secolo, quando nell’intero mondo è iniziato il dibattito di abolire la legge su blasfemia, proprio in quel periodo Asia Bibi, una donna cristiana, viene accusata (falsamente) di aver violato tale legge e condannata a morte. In quel periodo, quando il governatore del Punjab Salman Taseer (che era musulmano) alzò la voce contro tale normativa chiamandola Black law, fu assassinato dalla propria guardia del corpo.
L’assassinio del governatore Taseer ha aperto un ulteriore dibattito. Quello, cioè, sull’effettiva volontà da parte dei musulmani di abolire o meno la legge sulla blasfemia. La causa di Asia Bibi è così diventata un richiamo esemplare internazionale contro una tale normativa.
Perché due importanti esponenti politici pakistani sono stati assassinati dopo aver espresso il loro sostegno ad Asia Bibi?
Salman Taseer, come ho già accennato, era governatore del Punjab quando fu assassinato, il 4 gennaio 2011, per aver sostenuto Asia Bibi ma, soprattutto, per aver parlato apertamente contro la legge sulla blasfemia. Il secondo politico assassinato, Shahbaz Bhatti, era ministro federale per le Minoranze quando fu ucciso, il 2 marzo 2011, proprio due mesi dopo dell’omicidio Taseer.
Assassinio che avvenne per due motivi: Bhatti non solo era cristiano ma aveva tuonato contro gli uccisori di Salman e i musulmani che avevano lanciato la fatwa contro il governatore, dal momento che era favorevole all’abolizione della legge sulla blasfemia.
Questi due politici facevano parte del PPP (Pakistan Peoples Party), il partito di Benazir Bhutto, anche lei assassinata dai talebani nel dicembre 2007. PPP, come noto, è un partito di sinistra in Pakistan.
Perchè hai deciso di scrivere un libro su Asia Bibi?
Ero molto perplesso all’inizio. Poi mi sono appassionato alla ricerca, sia pur difficoltosa per la contrapposizione di due culture religiose così diverse l’una dall’altra. Alla fine il mio libro su Asia Bibi era pronto!
È stato davvero difficile comunicare in maniera tangibile quanto lei abbia sofferto in questi dieci anni. Sono riuscito a scriverne secondo le prospettive di un pakistano e musulmano. Mi sono messo nei panni di Asia Bibi per potere spiegare a tutti che cosa significhi essere una minoranza nella Repubblica Islamica del Pakistan.
Ho cercato quindi di rispondere a tante domande, che sono poi entrate anche nella descrizione del libro.