Quasi 6 giovani su 10 (58,9%) considerano un gesto fisico violento, come uno schiaffo o uno spintone, motivo sufficiente per interrompere una relazione sentimentale. Appare tuttavia significativo che per gli altri 4 su 10 il gesto di violenza è “tollerabile”. Sono più numerose le donne che considerano il gesto violento ragione sufficiente per interrompere una relazione (69,2% contro il 45,5% degli uomini), mentre quasi un terzo delle intervistate (30,8%) non porrebbe necessariamente fine al rapporto.
È quanto emerge dal nuovo lavoro dell’Eurispes Amore malato: dinamiche disfunzionali di coppia che, dopo quello di fine novembre su Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi, ha deciso di indagare, tra individui di un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, le dinamiche e i meccanismi disfunzionali della coppia.
Il Nord-Ovest appare quale l’area più “intransigente”: oltre 7 su 10 (71,2%) ritengono il gesto di violenza motivo per porre fine a una storia d’amore (57,9% al Sud, 53,3% al Centro, 50,5% al Nord-Est, 49,5% nelle Isole). A un titolo più alto di studio corrisponde poi una più netta insofferenza alla violenza: interromperebbe la relazione il 64,3% dei laureati, il 63% di specializzati e dottori di ricerca a fronte di un 54,2% dei diplomati e del 52,3% dei possessori di licenza media.
Un quarto dei giovani (24,2%) si è sentito dire dal partner che se lo avesse lasciato avrebbe compiuto gesti estremi contro se stesso. A sorprendere, come rileva l’Eurispes, il dato che ai giovani questa circostanza è capitata più spesso che alle ragazze (26,5% contro il 22,5%). Il picco di risposte affermative è stato riscontrato nel Nord-Est (39,2%) e tra i separati/divorziati è più elevata la quota di chi ha vissuto questa situazione (57,1%).
Un dato ancora più allarmante è che, secondo i risultati del sondaggio, oltre un giovane su cinque (22,5%) è stato minacciato di gesti estremi dal partner, qualora lo avesse lasciato. E, inaspettatamente, i maschi sono vittime di minacce più delle donne. Il 26,1% dei ragazzi ha infatti dichiarato di essere stato minacciato di gesti estremi, contro il 18,8% delle ragazze.
Il picco di conflittualità si rileva tra le persone omosessuali di sesso maschile: addirittura il 34,7% si è sentito minacciare in caso di abbandono (contro il 30% dei bisessuali e il 20,2% degli eterosessuali).
La netta maggioranza delle coppie sulle quali ha pesato una minaccia di violenza è arrivata alla separazione ma non subito: in una minoranza dei casi, meno di un quinto (19,9%) ciè è venuto come immediata conseguenza; nel 30,8% dei casi si è aspettato un po’ di tempo prima di chiudere, nel 15,5% ci si è lasciati di comune accordo. Mentre quasi due su dieci (18,6%) stanno ancora insieme.
«Si può, quindi, dedurre – osserva Eurispes – che è tutt’altro che trascurabile la percentuale di chi non prende troppo sul serio le parole violente e non le ritiene motivo sufficiente per interrompere la relazione».