Venerdì 14 dicembre, in pieno centro a Torino, un giovane omosessuale è stato aggredito da due ragazzi, che hanno immaginato di poterlo infastidire e attaccare solo perché era vestito da drag queen. Stava infatti tornando da un locale notturno torinese dove lavora.
L’aggressione, come spesso avviene, è stata rapida ma in questa circostanza i due ragazzi non hanno avuto la meglio e la vittima ha saputo difendersi in modo adeguato. Mattia è riuscito a mettere in fuga i due aggressori e, il giorno dopo l’episodio, si è recato al pronto soccorso per farsi medicare le escoriazioni riportate – con una prognosi di cinque giorni – e ha sporto denuncia contro ignoti alla Polizia di Stato.
Il fatto è stato denunciato dal Torino Pride, la cui coordinatrice Giziana Vetrano, ha così commentato a Gaynews: «Venerdì sera Mattia è riuscito a mettere in fuga i suoi aggressori: lo ha fatto mettendo a rischio la sua incolumità, pensando a tutti quei ragazzi che non trovano la forza o il coraggio di reagire e subiscono in silenzio. Noi ringraziamo molto Mattia, il suo coraggio e la sua generosità: poteva andargli peggio.
In questi giorni le aggressioni di stampo omofobo si susseguono senza sosta. Quando va bene sono insulti, quando va male sono fratture del corpo e dell’anima. Ciò che fa male e rabbia, è il silenzio della politica.
Dove sono le manifestazioni di solidarietà? Se cambiassimo il soggetto delle aggressioni, siamo certi che i tweet e i post sui social si moltiplicherebbero. A noi non basta più! Noi non possiamo essere cittadine e cittadini costrette e costretti a nascondendersi in casa mascherando il proprio essere. Siamo cittadine e cittadini di questo paese e ,in quanto tali, dovremmo essere tutelat* dalle discriminazioni e dagli attacchi violenti da uno Stato che riconosce la pari dignità della persona nell’ art. 3 della nostra bellissima Costituzione.
Chiediamo a gran voce che sia immediatamente discussa una legge contro l’omofobia perché non sono più tollerabili procrastinazioni. In gioco ci sono le vite di tante e tanti giovani che non hanno la forza e la prontezza di Mattia. È necessario ripartire dalla cultura, quella cultura che inizia dalle scuole primarie e che fa si che i bambini (giovani di domani) imparino l’uguaglianza, l’inclusione e il rispetto della diversità, perché la diversità arricchisce e non dovrebbe mai spaventare.
Quella cultura che tanto spaventa i vari Pillon e Fontana che, terrorizzati dalla fantomatica teoria gender, ci vorrebbero vittime silenti».