«Vergognoso articolo che fa giornalismo scandalistico sulla pelle dei bambini trans».
Così un duro comunicato del Mit (Movimento Identità Trans), cofirmato da numorose associazioni tra cui Agedo, Arcigay, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, Possibile Lgbti nonché la nostra Gaynet, ha definito la copertina con connesso report dell’ultimo numero di Panorama. Settimanale che, nell’autunno scorso, è stato acquisito dal Gruppo La Verità Srl, editore del quotidiano La Verità e presieduto da Maurizio Belpietro.
Col titolo Baby Trans Generation, sovrastante il primo piano enorme di una bambina presumibilmente trans, pesantemente truccata, la giornalista Terry Marrocco ha affrontato il tema della varianza di genere in età evolutiva.
Ma il servizio, come rileva il comunicato, non solo fornisce «dati falsi e notizie errate», rimandando, fra gli altri, quale autorità di riferimento al libercolo d’orientamento transcritico La Piccola Principe della sociologa e socia d’ArciLesbica Daniela Danna (senza però specificarne l’identità e le posizioni concettuali). Ma riporta «in modo distorto e denigratorio le testimonianze di persone che hanno raccontato sinceramente le loro storie e che ora non solo sono profondamente indignate ma stanno pensando alla possibilità di passare ad azioni legali. Storie date in pasto a lettrici e lettori solo per solleticare morbosa curiosità non certo per approfondire le realtà di cui si parla nell’articolo».
Tra le storie date non solo in pasto alla morbosa curiosità di lettori e lettrici ma strumentalizzate (con violazione della privacy di giovanissime persone trans, di cui sono stati diffusi dati sensibili nonostante le rassicurazioni alla riservatezza garantite dalla giornalista) c’è quella di Olimpia.
Ne abbiamo raggiunto la madre, Mariella Fanfarillo, che è stata contattata da Terry Marocco e ha parlato con la stessa del percorso di transizione della figlia.
Mariella, quali le reazioni dopo aver letto la storia di Olimpia come riportata da Panorama?
Quando la giornalista Terry Marocco mi ha contattato, per conoscere l’esperienza di vita di Olimpia in vista di un suo articolo sulle varianze di genere in età evolutiva, avevo preso degli accordi ben precisi: non avrei dato nessuna autorizzazione a divulgare episodi della vita privata di mia figlia, dei quali non si fosse già parlato pubblicamente. Mi sarei quindi fermata all’emissione della sentenza. La giornalista, però, non ha mantenuto la parola. Quando ho letto l’articolo e le informazioni riservate, per di più riportate in maniera scorretta e non rispondente a verità, mi sono sentita violentata nella privacy della mia famiglia. Ma a sentirsi violentata nella privacy è stata soprattutto Olimpia. Lei, infatti, ha visto la parte più intima della sua vita, della quale non aveva mai fatto menzione pubblicamente perché sente fortemente sua, data in pasto a chiunque avesse letto quell’articolo.
Com’è arrivata a te la giornalista Terry Marrocco?
Quando la giornalista si è presentata, mi ha detto di aver avuto il mio numero da Paolo Valerio, presidente dell’Onig (Osservatorio Nazionale Identità di Genere). Sono sicura che il professore, che ben conosciamo per la sua grande professionalità e amicizia nei nostri confronti, sia stato anch’egli vittima dell’abilità della giornalista di carpire informazioni con la promessa di redigere un approfondimento sulla tematica gender variant.
In che cosa ti senti offesa dall’articolo di Panorama?
L’articolo offende non soltanto mia figlia, ma tutti/e coloro che, come lei, hanno affrontato o stanno affrontando un difficile percorso di vita verso la conquista del riconoscimento della vera identità come persone sul piano sia fisico sia giuridico. Pubblicare dati ultrasensibili, perché di questo si tratta, che non hanno nessuna importanza come messaggio informativo, non rientrava nelle finalità prospettatemi durante la telefonata intercorsa con Terry Marocco. In questo vedo la volontà di divulgare informazioni atte soltanto ad attirare morbose curiosità dei lettori, mettendo sulla pubblica piazza particolari molto intimi e privati della vita di Olimpia. Particolari, ripeto, dei quali lei molto gelosa e che, soprattutto, non avevano alcuna valenza informativa.
Quale il messaggio sulle persone trans che, secondo te, arriva a lettori e lettrici da un tale articolo?
Sia nella copertina che nell’articolo è racchiuso un messaggio di ipersessualizzazione delle persone trans lanciato dalla foto della bambina (trans) della copertina. Tutto l’articolo mira a creare confusione (transizione sociale e chirurgica) e a sollevare un clima di preoccupazione, proponendo la transessualità come un fenomeno di moda che rischia di creare una condizione di contagio mentale fra i giovani i quali, a detta della giornalista, “vogliono cambiare sesso” come se fosse un capriccio. Tutto ciò va contro tutte le ricerche scientifiche e quanto stabilito dal DSM 5 (Manuale diagnostico delle malattie mentali), che lo scorso giugno ha depennato la disforia di genere dall’elenco delle malattie mentali.
Le associazioni hanno reagito con una lettera al direttore Belpietro. Come valuti tutto ciò?
Trovo che sia importante che le associazioni si dimostrino coese e prendano una posizione univoca di fronte a questo attacco da parte del settimanale diretto da Belpietro. Abbiamo sottoscritto la lettera, perché riteniamo che le lotte per il riconoscimento dei nostri diritti vadano combattute insieme. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno voluto appoggiare questa iniziativa e dimostrarci il loro sostegno.
Credi di agire per vie legali contro Panorama?
Con i nostri legali stiamo considerando di adire le vie legali. Ripeto, la privacy di mia figlia e la sua vita sono state violate con il solo scopo di creare audience, senza prendere in considerazione quali sarebbero state le ripercussioni sui suoi sentimenti.