Da ieri Blued, l’app per incontri più utilizzata in Cina da un target maschile gay e bisessuale, ha interrotto per una settimana la registrazione di nuovi utenti. La decisione è finalizzata a un’indagine interna, volta a chiarire se minorenni abbiano contratto l’Hiv a seguito di rapporti non protetti con persone conosciute attraverso l’applicazione.
A sollevare la polemica nei giorni scorsi la rivista finanziaria Caixin che, citando uno studio del sessuologo Zhang Beichuan, ha osservato come gli utenti di Blued siano, in gran parte, minorenni e come molti di essi siano divenuti sieropositivi dopo essere stati con persone contattate in chat.
A essere sotto accusa proprio il sistema di controllo del social network, facilmente eluso dal momento che non è consentita la registrazione ai minori di 18 anni.
Blued ha quindi promesso d’avviare un «controllo completo dei contenuti» per cancellare i profili degli utenti, che si fanno passare per maggiorenni pur non essendolo, nonché testi, immagini e gruppi che coinvolgono minori.
«Blued proibisce sempre ai minori di accedere e utilizzare l’app»: così in una dichiarazione ufficiale che la società, con sede a Pechino, ha lanciato su Weibo, il Twitter cinese.
Lanciata nel 2012 dall’ex poliziotto Geng Le, Blued è una delle app per incontri tra persone gay e bisessuali più grandi al mondo. Vanta 40 milioni di utenti registrati, di cui la maggior parte vive in Cina.