Riconoscere i personaggi Lgbti nei videogiochi e denunciare le narrazioni stereotipiche nell’industria del gaming.
È questo il duplice obiettivo sotteso alla mostra Rainbow Arcade che, allestita presso lo Schwules Museum di Berlino e inaugurata il 14 dicembre scorso, resterà aperta fino al 13 maggio.
Da Birdo, che nel 1988 la Nintendo descriveva come un ragazzo «che si crede una bambina», alla dectetive lesbica Tracker McDyke l’espozione ripercorre in ogni dettaglio la storia dei personaggi Lgbit presenti nei videogiochi dal 1985 al 2018.
Divisa in percorsi, ognuno dei quali contrassegnato da un colore della bandiera arcobaleno, Rainbow Arcade è stata curata da Sarah Rudolph, Jan Schnorrenberg (Schwules Museum) e Adrienne Shaw.