Chissà quanti italiani e italiane, stamattina, saranno andati in edicola ad acquistare il quotidiano. E chissà quanti avranno scelto di leggere Libero, il cui direttore editoriale è Vittorio Feltri. Questi ultimi saranno rimasti certamente sorpresi dal titolo in prima pagina. Un titolo tanto illogico e scorretto quanto insultante: C’è poco da stare allegri. Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay.
Un titolo che, in maniera assolutamente fuorviante, accosta situazioni e circostanze verificabilmente prive di inferenze: le problematiche economiche e le presunte criticità legate alla ricevuta elettronica sono messe in relazione con l’incremento di persone che dichiarano di essere omosessuali (dati forniti dall’Istituto nazionale inglese per le statistiche, Ons).
Un titolo che, in maniera subdola e artata, suggerisce al lettore medio una possibile responsabilità delle persone Lgbt e delle loro legittime rivendicazioni esistenziali rispetto alla crisi economica in corso: l’economia del Paese va male? Gli imprenditori vedono il proprio fatturato calare? L’introduzione della ricevuta elettronica incide sulla crisi della nostra imprenditoria? Colpa dei gay che sono sempre di più!
Un titolo che, tra l’altro, è ingeneroso anche nei confronti dell’articolo di Costanza Cavalli, attenta editorialista del quotidiano, che ha analizzato i dati forniti dall’Ons relativamente all’aumento di individui che si definiscono omosessuali e ha riportato in maniera corretta le dichiarazioni del caporedattore di Gaynews, Francesco Lepore, e del sociologo Raffaele Lelleri, che hanno messo in luce quanto il fenomeno sia legato all’apertura di nuovi spazi di libertà e all’avanzamento dei diritti civili.
Come era inevitabile, l’odierno titolo di apertura di Libero ha suscitato una marea di polemiche.
Tra i primi a intervenire l’europarlamentare Daniele Viotti, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Al netto dell’assurdità di tutta questa vicenda, voglio però rimarcare quanto sia vergognoso questo modo di fare informazione. Lanciando messaggi sbagliati e falsi, giocando sulle paure e le insicurezze della gente. Che è proprio il modus operandi di Salvini, e della Lega, in fin dei conti».
Lo stesso Viotti è poi tornato sulla questione con un altro post chiedendo a Ristora, il marchio di bevande solubili che fa capo all’azienda bresciana Prontofoods, di dissociarsi dalle posizioni del quotidiano, sulla cui prima pagina compare il proprio banner pubblicitario: «Il mio è un piccolo gesto: non comprerò più – e chiederò a tutti di fare altrettanto – prodotti Ristora fino a quando l’azienda non prenderà distanza dalle posizioni del giornale».
Reazione che, unita a quelle di tante altre persone e associazioni a partire dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e da Possibile Lgbti+, ha portato l’azienda a ritirare nel tardo pomeriggio di oggi la pubblicità da Libero.
Duro anche il deputato dem Alessandro Zan che, sempre sulla propria pagina Facebook, ha scritto: «Fare un titolo che allude all’accostamento tra problemi strutturali del Paese e la maggior libertà della comunità lgbt di vivere pienamente la propria condizione personale, è fascismo e come tale va combattuto».
Ha puntato, invece, sull’ironia la senatrice Monica Cirinnà, il cui post è divenuto virale con quasi 4.000 like e più di 800 condivisioni.
Ma critiche contro Libero sono arrivate anche dal M5s a partire dal vicepremier Luigi Di Maio e dal sottosegretario Vito Crimi, sulle cui dichiarazioni non sono però mancate le precisazioni della Fnsi.
Sulla questione è inoltre intervenuto anche il nostro direttore Franco Grillini, che ha dichiarato: «A Libero diciamo che la collettività Lgbt fa bene all’economia. Laddove le collettività lgbt sono più libere migliore è la qualità della vita di tutta la città e più elevati gli standard economici. Ed è così anche in Gran Bretagna, da cui provengono i dati citati dal giornale di Feltri (che non riguardano l’Italia): in Inghilterra ci sono 700mila italiani, tra cui molti gay, che vi si sono trasferiti per le migliori opportunità. Non è un caso che proprio in Gran Bretagna sia riconosciuto il matrimonio egualitario e ci sia una legislazione a tutela delle persone omosessuali tra le migliori del mondo.
Quest’anno ricorre il 50/o anniversario di Stonewall si stanno preparando in Italia 50 Pride in altrettante città e mezza Italia manifesterà con noi. Probabilmente Libero potrà scrivere una delle stupidaggini preferite dalla destra, cioè che vogliamo ‘omosessualizzare’ la società: peccato che noi vogliamo solo renderla più libera, contribuendo in questo modo al benessere generale, vale a dire il contrario di quello che scrive oggi Libero».
Insomma, ancora una volta il titolo di Libero, pur di attrarre l’attenzione morbosa dei lettori e pur di solleticare gli istinti più biechi e cloacini delle masse verso le minoranze, solito capro espiatorio di tutti i mali del mondo, sembra voler intorbidire la comprensione e l’interpretazione di notizie che, singolarmente vere, risultano essere palesemente mistificatorie se messe artatamente in relazione tra loro: tra crisi economica e coming out non esiste, per fortuna, alcuna inferenza!