Da venerdì 25 a domenica 27 gennaio a Roma, presso lo spazio dell’Altrove Teatro Studio (via Scalia, 63), andrà in scena lo spettacolo Processo a Fellini, scritto da Riccardo Pechini e diretto da Mariano Lamberti. Un vero e proprio evento che segna l’approdo del regista di God As You e di Una storia d’amore in quattro capitoli e mezzo al teatro.
Un approdo che, però, non dimentica l’amore per il cinema, dacché protagonisti della pièce sono il grande Federico Fellini e la sua compagna, l’attrice Giulietta Masina. Incontriamo Mariano Lamberti mentre è impegnato nelle prove dello spettacolo per saperne di più su questo progetto per la scena.
Mariano come mai dedicare uno spettacolo a Federico Fellini? O forse dovremmo dire a Giulietta Masina? Quanto si amarono e a quale costo?
Processo a Fellini è uno spettacolo quanto mai puntuale: il 2018 si sono celebrati i 25 anni dalla sua morte e il 2020 si festeggierà il centenario della sua nascita. Fellini è uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo, quindi mi sembrava doveroso fare un omaggio alla sua arte. La piece è anche un omaggio all’ immenso talento di Giulietta Masina, troppo in fretta dimenticata. La loro storia d’amore è stata leggendaria, archetipica, umanissima, con tutte le luci e le ombre che un amore così complesso può generare. Lo spettacolo si sofferma doverosamente sulle ombre del loro rapporto, privato di carne e sangue nell’immaginario pubblico.
Il tuo è, in qualche modo, anche uno spettacolo sul ruolo delle muse (o dei musi). Hai avuto anche tu, nella tua carriera artistica, un modello di ispirazione?
Ho avuto pochi, pochissimi modelli di ispirazione. Pasolini e il grande Federico Fellini sono senz’altro quelli a cui devo di più. Fellini rimane ancora una fonte di ispirazione per questa sua immensa libertà di creare. Una libertà che ha avuto la fortuna di poter sperimentare fino in fondo, senza compromessi, una sorta di competizione con Dio, come lui la chiamava. La libertà (e non solo quella artistica) è uno dei doni più belli che l’essere umano possa ricevere dalla vita.
Con questo spettacolo, porti a teatro il tuo grande amore: il cinema. Quale regista ti ha davvero cambiato lo sguardo e ti ha fatto innamorare del cinema?
Fellini è sicuramente il regista che per molti versi ha cambiato la mia visione del cinema: portando sullo schermo disadattati, esseri fragili, esclusi, diversi, dimenticati, scomodi. Ci ha regalato un immensa lezione di poesia che non solo ogni artista ma anche ogni uomo, dovrebbe sempre tenere con sè e custordire gelosamente.
Infine, se potessi dire qualcosa a Giulietta Masina, dopo la realizzazione di questo spettacolo, cosa le diresti?
Cara Giulietta, la tua arte sarà ricordata per sempre, ma il mio desiderio è che venga celebrata anche la tua grandissima umanità. Cosa alla quale spero di avere contribuito con questo spettacolo.