Cofirmata da 30 deputati del Pd il 21 gennaio e annunciata il 22, l’interpellanza parlamentare 2-00217 di Ivan Scalfarotto al ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi sulle «iniziative di competenza, anche in sede europea, per la tutela dei diritti delle persone Lgbt in Cecenia» ha ricevuto oggi risposta in Aula.
A dare lettura del testo preparato dalla Farnesina, successivamente giudicato da Scalfarotto quale insoddisfacente «perché – diciamo così – conosco il linguaggio governativo, appunto per esperienza personale e so che si tratta di parole di circostanza», il sottosegretario del medesimo dicastero Ricardo Antonio Merlo, che ha detto: «La lotta contro ogni forma di discriminazione, anche in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere, costituisce una delle direttrici della nostra azione internazionale nell’ambito dei diritti umani e figura fra le priorità del mandato italiano nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per il triennio 2019-2021.
Per questo, seguiamo con particolare preoccupazione la questione delle discriminazioni, anche basate sull’orientamento sessuale, nella Federazione Russa e, soprattutto, i recenti casi di gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali ai danni delle persone LGBT+I in Cecenia.
Fin dalla ripresa delle segnalazioni, a dicembre 2018, da parte di media russi, abbiamo condiviso e sostenuto le principali iniziative avviate a livello internazionale e locale, anche in coordinamento con le istanze dell’Unione europea per accertare i fatti, nella convinzione che sia necessario fare piena luce sulla vicenda.
Più nel dettaglio, abbiamo concorso con i partner dell’Unione Europea alla formulazione di un intervento congiunto sul tema al Consiglio permanente dell’OSCE. In tale dichiarazione, ribadendo la nostra profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in Cecenia ai danni di persone LGBT+I, abbiamo ribadito l’appello della Federazione Russa di condurre indagini tempestive, efficaci e approfondite, garantendo la consegna alla giustizia dei responsabili o complici di tali atti.
Inoltre, l’Italia è intervenuta sul tema delle discriminazioni nella Federazione Russa anche nell’ambito dell’ultimo esercizio di revisione periodica universale cui si è sottoposta la Russia, in sede ONU, a maggio 2018. In tale occasione, abbiamo formulato una raccomandazione al Paese di adottare misure concrete per combattere tutte le forme di discriminazione, incluse quelle basate sulla religione e sull’orientamento sessuale.
Continueremo a seguire con la massima attenzione il tema e ad attivarci in tutte le sedi utili, opponendoci ad ogni forma di discriminazione e violenza».
Ma a lasciare perplessi non è tanto il tenore della risposta soprattutto in riferimento «alla formulazione di un intervento congiunto sul tema al Consiglio permanente dell’OSCE”. Dichiarazione, questa, non rispondente al vero come ricordato dallo stesso Scalfarotto nell’illustrare previamente l’interpellanza: «All’interno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, 15 Paesi, ma purtroppo non l’Italia, hanno chiesto di attivare il cosiddetto meccanismo di Vienna, cioè di porre delle questioni, delle domande precise al Governo russo […].
La rappresentante lituana ha detto che Mosca ha risposto, ma senza entrare nel merito della vicenda, quindi questi Paesi si sono dichiarati insoddisfatti; e con l’aggiunta ancora di un altro Paese che è stato il Belgio, ma ripeto, non l’Italia, hanno innestato un altro meccanismo che, ironia della sorte, si chiama meccanismo di Mosca, che prevede la formazione di una commissione di tre persone, una delle quali può essere indicata dal Governo russo, per indagare sulla vicenda».
La cosa grave è un’altra. Il sottosegretario ha infatti volontariamente omesso la lettura di termini significativi nonché di un intero capoverso quanto mai nodale. Gaynews è entrato in possesso del testo cartaceo portato in aula da Merlo e recante le cancellazioni a penna delle parti su indicate.
Al quarto capoverso non solo dopo «indagini tempestive, efficaci e approfondite» è stato depennato «sulle segnalazioni ricevute» ma a essere cassato è stato il qualificativo «esecrabili» in riferimento agli «atti» persecutori.
Completamente cancellato il capoverso successivo, che recitava: «In ambito europeo, continuiamo a sostenere il mantenimento di canali di dialogo fra la Delegazione Ue a Mosca e l’Ombusdperson russo, incoraggiando anche contatti dell’Ue con il Consiglio Presidenziale per i Diritti Umani, principale organo consultivo in materia dell’amministrazione presidenziale russa. Il binario dell’Unione Europea consente infatti di iscrivere i nostri interventi di sensibilizzazione in un quadro più ampio e, tendenzialmente, più incisivo».