«A Verona basta davvero poco per creare scandalo in tutto il regno. Basta che ci sia una persona non gay, ma dichiarata, che si candidi a impersonare una maschera che è della città ed è scandalo. Trovo imbarazzante che la politica si metta di mezzo in una cosa che è fatta per far divertire la gente e far stare bene. In questo senso mi ha ferito e impressionato sapere della partecipazione di Sboarina, che è anche il mio sindaco, all’evento Il Bacanal del Gnoco. Radici, storia, tradizione».
A parlare così ai nostri microfoni è Sebastiano Ridolfi, detto Fox, manager nel settore informatico e attivista Lgbti, che è stato fra l’altro uno dei principali organizzatori del Pride di Verona nel 2015.
Il riferimento è alla polemica che, sollevata il 31 dicembre dal gruppo d’estrema destra Fortezza Europa sulla sua candidatura a Papà del Gnoco (la maschera protagonista dello storico carnevale veronese, il Bacanal del Gnoco), sta montando vertiginosamente negli ultimi giorni. Non senza quelle inevitabili connotazioni politiche che l’hanno portata fuori dai ristretti confini scaligeri. Inevitabili perché Federico Sboarina, sindaco di Verona, ha appunto partecipato, sabato scorso, a un evento organizzato proprio da Fortezza Nuova su quella che è considerato tra le più antiche feste carnascialesche d’Europa.
“Strumentalizzare il Papà del Gnoco per promuovere i fantomatici diritti Lgbti”
Per quanto Sboarina ci abbia tenuto a precisare d’aver partecipato a titolo privato, è un dato di fatto che Fortezza Europa sostiene per l’accennata candidatura Francesco Gambale, detto Franz, vicino tanto al loro gruppo quanto alla band nazirock Gesta Bellica.
Sostegno, questo, che si accompagna alla denigrazione di Sebastiano Ridolfi, che veniva così presentato il 31 dicembre dall’organizzazione politica: «Quest’anno il continuo e progressivo allontanamento dai dettami tradizionali ha fatto sì che si potesse creare un’ulteriore stortura, concedendo alla politica di insinuarsi nel Carnevale veronese. L’annuncio della candidatura a Papà del Gnoco 2019 di un personaggio presentatosi alla stampa come “attivista gay veronese” non lascia spazio a equivoci circa la volontà del candidato di strumentalizzare la maschera sanzenate per la promozione di fantomatici diritti Lgbt.
La propensione alle “carnevalate” e al ricoprirsi di ridicolo di queste simpatiche macchiette è oramai arcinota a tutti i veronesi, che in altre occasioni hanno avuto modo e mai il piacere di assistere a sfilate tanto inopportune quanto di pessimo gusto. Il nostro augurio è che la maschera venga definitivamente sottratta dalle mani di chi vorrebbe speculare per fini politici e individuali su di essa per esser così restituita ai valori genuini, popolari e tradizionali che la ispirano nonché di diritto fatta nuovamente rinsaldare al quartiere di San Zeno».
Ma in realtà il 31 dicembre Ridolfi non s’era affatto presentato alla stampa quale attivista gay veronese, essendo notori in città tanto la sua condizione omosessuale quanto l’impegno per i diritti delle persone Lgbti. A tal punto notori da essere stato oggetto di specifiche domande a chi l’aveva intervistato nel merito.
Una tale precisazione potrà sembrare una sottigliezza di scotiana memoria e dunque inutile. Ma è invece nodale per dimostrare come l’invocata strumentalizzazione politica sia inesistente e serva da pretesto a demonizzare presso una certa opinione pubblica la candidatura di una persona omosessuale dichiarata. Le stesse parole “fantomatici diritti Lgbti” e, soprattutto, il passaggio sulla “propensione alle “carnevalate” e al ricoprirsi di ridicolo di queste simpatiche macchiette” ne sono una riprova.
Le accuse della consigliera dem La Paglia: “Post omofobo”
Precisazione ancor più nodale all’indomani di un post della consigliera comunale dem Elisa La Paglia che, intervenuta sulla partecipazione di Sboarina all’evento di sabato scorso, aveva ieri scritto senza giri di parole che il post del 31 dicembre è omofobo.
Accusa che Fortezza Europa ha tentato di respingere con un nuovo post, in cui s’è nuovamente invocato l’argomento della strumentalizzazione.
«In merito alle accuse di omofobia rivolte da Elisa La Paglia alla nostra Associazione, teniamo a precisare che all’interno della nota stampa comparsa sulla nostra pagina facebook in data 31/12/ 2018, mettevamo in guardia circa il pericolo che la politica si potesse insinuare nel Carnevale veronese, proprio a seguito dell’annuncio della candidatura a Papà del Gnoco 2019 di un sedicente “attivista gay veronese”, pronto, a nostro avviso, a strumentalizzare la maschera sanzenate per la promozione di fantomatici diritti LGBT. In sostanza lamentavamo come la teoria dei diritti umani abbia avuto negli ultimi 70 anni una crescita smisurata, portando a confondere i desideri con i diritti. Questi ultimi, infatti, in origine si facevano coincidere con posizioni giuridicamente garantite per difendere la persona contro l’esercizio arbitrario dell’azione di governo.
Ora, nel 2019, si sono trasformati invece in legittimazione dell’arbitrio personale.
Che cosa abbiano di omofobo queste parole, non intendiamo lasciarlo decidere da una La Paglia di turno, che risponderà delle proprie lesive affermazioni nelle sedi competenti».
Da parte sua Sboarina ha parlato di polemicucce e di partecipazione a un evento, cui era stato invitato da un’associazione culturale. Ma a essere un’organizzazione politica è la stessa Fortezza Europa ad affermarlo sulla propria pagina Facebook.
Ma che cos’è Fortezza Europa?
Organizzazione politica che, nata da una scissione di Forza Nuova in occasione delle amministrative del 2017 a sostegno proprio della canditatura Sboarina, si richiama già nel nome alla propaganda del Terzo Reich con riferimento al Festung Europa. Il loro simbolo è un cerchio con al centro quattro frecce, che rappresentano l’identità, la famiglia – intesa, questa, come gens, stirpe, clan -, l’autarchia e l’aristocrazia col rifiuto radicale di ogni postulato egualitario. Tra gli autori di riferimento Julis Evola, Léon Degrelle, Robert Brasillach, Dominique Venner mentre non pochi dei militanti si dichiarano esplicitamente nazisti ed esaltano il Mein Kampf.
Oltre al consigliere comunale Andrea Bacciga, recentemente distintosi per aver fatto il saluto romano in aula, Fortezza Europa conta tra i suoi componenti Yari Chiavenato, già esponente degli Skinhead locali e segretario provinciale di Forza Nuova Verona con guai giudiziari per risse e aggressioni, ed Emanuele Tesauro che ne è il presidente. Tesauro è fra l’altro il fondatore della band nazi-rock Hobbit che, con Topi Neri e Compagnia dell’Anello, si è esibita, il 19 gennaio, nel contestato concerto in memoria di Jan Palach a 50 anni dalla morte.
Concerto che, nonostante le proteste di un gruppo di senatori cechi per l’inaccettabile appropriazione della figura simbolo del “socialismo dal volto umano” da gruppi d’estrema destra, ha incassato il patrocinio della Provincia di Verona e, in seconda battuta, del Comune scaligero. Comune, retto appunto da quello Sboarina che si è limitato a liquidare come polemicucce la sua partecipazione all’evento di sabato scorso.
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