Bruce McArthur, un giardiniere canadese di 67 anni, ha confessato martedì di aver mutilato e ucciso otto uomini gay di Toronto.Nessun processo, dunque, il cui inizio era stato fissato il 6 gennaio 2020, ma sentenza immediata, presumibilmente, il 4 febbraio con pena dell’ergastolo. Ma in caso di sanzioni cumulative il 67enne potrebbe essere condannato a 200 anni di carcere.
Bruce McArthur fu arrestato all’inizio di gennaio 2018, dopo che un giovane era entrato nella sua casa ed era stato trovato, sano e salvo, legato a un letto.
Sul giardiniere gravavano dei sospetti relativamente alle numerose quanto inspiegabili sparizioni di uomini gay tra il 2010 e il 2017. Dopo una lunga indagine della polizia locale McArthur fu successivamente accusato dell’uccisione di otto persone.
Secondo la polizia il 67enne avrebbe approfittato del lavoro di giardiniere, per seppellire i corpi smembrati di sette delle sue vittime nelle grandi fioriere presso l’abitazione di una cliente. Il corpo dell’ottava vittima fu trovato in un burrone alle spalle della casa di questa cliente.
Nella primavera e nell’estate del 2018, circa 75 giardini nell’area di Toronto, dove l’uomo ha avuto contratti di manutenzione, sono stati perquisiti dalla polizia, secondo la quale si è trattatta della più grande indagine mai condotta dalla stessa in città.
Una delle otto vittime era un ex amante di Bruce McArthur. Gli altri erano due immigrati afghani, due rifugiati cingalesi, un iraniano, un turco e un senzatetto canadese che si prostituiva.
Come spiegato dal pubblico ministero ieri in udienza, le uccisioni sono state accompagnate da mutilazioni degli organi genitali. La polizia ha trovato nella casa di Mc Arthur una borsa contenente nastro adesivo, corde, guanti chirurgici e siringhe. Il che, secondo gli investigatori, suggerirebbe aggressioni e maltrattamenti a sfondo sessuale delle vittime prima prima della loro uccisione.
McArthur aveva fatto coming out una trentina d’anni fa. Dopo aver lasciato moglie e due figli a Oshawa, in Ontario, s’era trasferito a Toronto, dove aveva iniziato a frequentare la locale gay communuty. Per John Tory, sindaco della città canadese, si tratta di «un mostro che ha attaccato la nostra comunità».