Sono state oggi approvate per alzata di mano a Strasburgo due risoluzioni che, per quanto non legislative, sono di particolare significato per le persone Lgbti, ancora oggetto di violenza e discriminazione in Europa. Motivo per cui l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero fare di più per proteggere i loro diritti.
È quanto ha messo nero su bianco il Parlamento europeo adottando la risoluzione sulle azioni Lgbti dal 2019 al 2024. Con essa si invita la Commissione europea a garantire che i diritti delle persone Lgbti rappresentino un’assoluta priorità nel suo programma di lavoro per il prossimo quinquennio.
Come ricordato da Daniele Viotti, copresidente dell’Integruppo per i diritti Lgbti al Parlamento europeo, «i diritti delle persone Lgbti non sono tutelati in modo uniforme in tutta Europa. L’Ue non dispone ancora di una protezione globale contro la discriminazione basata sull‘identità di genere, sull’orientamento sessuale o sulle caratteristiche sessuali.
Le unioni omosessuali non sono riconosciute o tutelate in tutti gli Stati membri. La sterilizzazione è un requisito per il riconoscimento giuridico del genere in 8 Stati membri e 18 Stati membri richiedono una diagnosi di salute mentale. Nel frattempo, l’elenco delle azioni rimane limitato in termini di priorità e di impegno e le risposte innovative dell’Ue, come il pilastro dei diritti sociali, non vengono integrate».
L’altra risoluzione approvata a Strasburgo denuncia le violazioni dei diritti umani delle persone intersessuali e chiede alla Commissione e agli Stati membri di intervenire per garantire l’integrità fisica, l’autodeterminazione e l’autonomia dei bambini intersessuali.
In 21 Stati Ue minori intersessuali vengono sottoposti a interventi chirurgici di “normalizzazione” sessuale, senza il consenso della persona interessata. Per questo motivo insistendo sulla necessità d’armonizzare a livello europeo la legislazione in materia sull’esempio di leggi come quella portoghese e maltese, che proibiscono gli interventi chirurgici, la risoluzione ricorda come le identità intersessuali debbano essere depatologizzate e come le persone intersessuali debbano beneficiare dei più alti standard di salute previsti nella Carta delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.
Viva soddisfazione è stata espressa dall’europarlamentare Viotti per tali risultati, che segnano anche il termine dell’incarico di copresidente dell’intergruppo.
«Con grande orgoglio – ha commentato – ho guidato, prima con Ulrike Lunacek e poi con Terry Reintke, il più grande integruppo presente al Parlamento europeo, portando all’attenzione di questa istituzione situazioni di grave pericolo per le persone omosessuali, come quella in Cecenia, partecipando ad iniziative in giro per il mondo, come al Pride di Instanbul e alla prima conferenza sui diritti gay in Tunisia».