Martedì la Chiesa Metodista Unita ha votato per ribadire il divieto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e del clero Lgbti. Mossa, questa, che potrebbe segnate l’allontananento di un gran numero di fedeli favorevoli alle riforme.
Con 438 voti a favore rispetto ai 384 negativi, i delegati di tutto il mondo alla Conferenza generale in St. Louis hanno rafforzato un principio della Chiesa Metodista Unita che, stabilita nel 1972, ritiene “la pratica dell’omosessualità incompatibile con l’insegnamento cristiano“.
Conosciuta come Tradional Plan, la nuova politica include sanzioni per chi ne infrange le regole e chiede ai disobbedienti di trovare un’altra chiesa.
Il Tradional Plan è stato approvato per dare coesione alla Chiesa Metodista Unita relativamente al clero Lgbti e al matrimonio egualitario dopo anni di contrapposizione tra le singole comunità, con alcune delle quali che denunciano l’omosessualità come peccato e altre che accolgono tra i ministri di culto persone gay e lesbiche.
Prima di optare per il Tradional Plan, i delegati hanno respinto il progetto alternativo noto come One Church Plan, che avrebbe permesso alle singole chiese di decidere autonomamente se celebrare o meno matrimoni omosessuali e accogliere componenti gay e lesbiche del clero. Esso prevedeva anche l’eliminazione della dichiarazione, secondo cui l’omosessualità è in contrasto con il cristianesimo.
Il voto ha suscitato molte proteste all’interno di quella che è la terza denominazione protestante degli Usa a livello numerico.