«Sicurezza vuol dire dare il diritto a due ragazzi che si vogliono baciare di non aver paura che qualcuno l’insulti sull’autobus».
Questo il passaggio del discorso che, pronunciato ieri sera ai supporter radunati nel Comitato elettorale allestito di fronte al Circo Massimo, Nicola Zingaretti ha dedicato alla realtà Lgbti e al tema dell’omofobia quando era oramai certa la sua elezione a quinto segretario del Partito Democratico.
Passaggio, questo, inserito nel quadro generale della questione sicurezza con inequivocabile riferimento a uno dei cavalli di battaglia del suo omologo leghista Matteo Salvini, che, dopo la conversione in legge dello specifico decreto si appresta, in questa settimana, a portare a casa l’approvazione definitiva alla Camera del ddl sulle modifiche al Codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa.
Ma per Zingaretti la questione securitaria va di pari passo con quella dell’inclusione, del rispetto delle minoranze, della parità di diritti sì da fargli, ad esempio, parlare di libertà di baciarsi sul bus per le coppie gay senza temere di essere insultate al pari della libertà di pregare Allah per un ragazzo musulmano «senza paura di essere deriso» o di andare a scuola con la kippah per i ragazzi ebrei, «sentendosi felici e non vittima di insulti o di paure».
Ma il discorso di Zingaretti si è articolato in altri punti: dalla resistenza partigiana all’attenzione per i giovani e la loro battaglia in favore della sostenibilità ambientale, dal richiamo ad arginare la cultura dell’odio all’attenzione per il lavoro, la scuola, il mondo della ricerca, l’innovazione tecnologica fino all’impegno complessivo per la promozione della condizione umana con riferimento alle «parole splendide di Aldo Moro negli scritti giovanili».
Insomma in quelle parole è emersa la summa dei riferimenti politici e culturali di Nicola Zingaretti, che la stragrande maggioranza (si parla di 68%) delle circa 1.800.000 persone, recatesi ieri a votare per le primarie, ha preferito rispetto a Maurizio Martina e Roberto Giachetti.
Il neosegretario del Pd ha poi richiamato i punti programmatici del suo discorso in un post su Facebook, pubblicato dopo la mezzanotte, in cui ha scritto di dedicare «questa vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta. Dedichiamo questa vittoria a tutti i ragazzi che il 15 marzo riempiranno le piazze italiane per la salvezza del pianeta. Dedichiamo questa vittoria ai cinque milioni di poveri che soffrono per le ingiustizie e che noi vi giuriamo aiuteremo a riscattarsi.
Dedichiamo questa vittoria ai troppi giovani disoccupati che hanno diritto al lavoro, agli studenti e alle studentesse che vengono ignorati. E ora voltiamo pagina».