Volli fortissimamente volli. Non poteva essere scelto slogan migliore delle celebri parole di Vittorio Alfieri per il Pride in quell’Asti, che gli diede i natali. La città del “gran tragico d’Italia” ospiterà per la prima volta, il 6 luglio, la marcia dell’orgoglio Lgbti, promossa da Nuovi Diritti Cgil Asti e Love is Love Arcigay Asti.
E, mentre per la giornata odierna s’attende la pubblicazione del documento politico, ieri pomeriggio si è tenuta presso il Palazzo Civico una movimentata seduta della Giunta sulla questione patrocinio comunale al Pride.
Ma, a sorpresa, nonostante l’annunciato no da parte di Fratelli d’Italia e Lega, è stata approvata la concessione con sei voti favorevoli e quattro contrari.
A guidare la cordata dell’opposizione il consigliere di Fratelli d’Italia nonché vicesindaco Marcello Coppo, che aveva ieri presentato il rifiuto del patrocinio come «decisione di buon senso e rispettosa della libertà di espressione e di uguaglianza tra tutti gli attori politici», poiché i Pride «hanno annacquato la loro funzione di tutela delle istanze ‘Lgbt’, per sfociare in un messaggio chiaramente appiattito sulle posizioni più estreme della peggior sinistra radical chic che ha l’abitudine di utilizzare le istituzioni per la propria propaganda».
Con lui hanno espresso voto contrario l’assessore alla Sicurezza Marco Bona (Lega), l’assessore alla Cultura Gianfranco Imerito (Lista civica centrodestra) e l’assessore al Bilancio Renato Berzano (Lista civica centrodestra).
Di diverso avviso il sindaco forzista Maurizio Rasero, per il quale «su alcuni temi non ci sono destra e sinistra», spiegando come la città avesse già fatto richiesta alla Regione Piemonte per l’apertura del Nodo antidiscriminazioni al fine di «combattere ogni forma di discriminazione».
Ha quindi aggiunto che l’Asti Pride «è una manifestazione per la quale non abbiamo speso nulla, ma che porterà gente e farà lavorare le nostre attività commerciali“.
Il primo cittadino non ha mancato però di paragonare la seduta a una battaglia, arrivando a indossare scherzosamente i guantoni da boxe prima della conferenza stampa, in cui ha offerto anche alcune informazioni tecniche indicando, ad esempio, il luogo di partenza e quello d’arrivo della parata.
Successivamente con un post su Fb ha tenuto però a precisare come il confronto, sia pur serrato, si sia sempre svolto in maniera pacata e costruttiva.
«Prima della conferenza stampa – ha così scritto – nella quale ho spiegato le posizioni dell’amministrazione comunale a proposito dell’organizzazione del Pride, ho scherzosamente indossato i guantoni fingendo una dura lotta in giunta per arrivare alla fine di un percorso di riflessione che va avanti da mesi.
In realtà mi complimento con tutti i colleghi di giunta e con tutti i consiglieri di maggioranza per come hanno condotto il confronto attraverso un dialogo pacato e costruttivo seppur su posizioni diverse. Era per me un voto più di coscienza che politico e come tale si è manifestato.
A differenza di molte volte in cui si chiede agli assessori contrari di uscire dalla giunta per non far vedere la loro contrarietà, oggi tutti quelli che non gradivano il patrocinio (Berzano, Bona, Coppo, Imerito) hanno potuto manifestarlo palesemente e meritano comunque il mio rispetto».
L’ufficializzazione dei luoghi di partenza e di arrivo della marcia dell’orgoglio Lgbti ha suscitato stupore e perplessità negli enti promotori del Pride «dal momento che il percorso – come hanno spiegato sulla pagina ufficiale Fb – è ancora al vaglio delle istituzioni e autorità competenti per la sicurezza e che, Piazzale De André, non è stato affatto condiviso dalle parti, tanto meno proposto, come punto di arrivo.
Ci auguriamo una rapida convocazione dei tavoli tecnici al fine di giungere, quanto prima, all’individuazione di un percorso che rispetti e tuteli le necessità ed i diritti di tutti».