In linea con le direttive del presidente Trump e la sentenza della Corte Suprema del 22 gennaio il Dipartimento statunitense della Difesa ha ieri varato una serie di restrizioni per le persone trans, che prestano servizio nelle forze armate.
Le nuove regole, che entreranno in vigore il 12 aprile, consentiranno alle persone transgender attualmente in servizio e alle stesse arruolate entro quella data di poter continuare a sottoporsi a trattamenti ormonali o a eventuali interventi di riassegnazione chirurgica del sesso.
Dopo il 12 aprile nessuna persona con diagnosi di disforia di genere potrà essere arruolata a meno che non serva in base al genere di nascita. Sarà conseguentemente esclusa dall’accesso ai trattamenti ormonali o all’intervento chirurgico, pena l’immediata dimissione.
Anche se le normative non rispondono pienamente alla volontà di Trump, che voleva una totale messa al bando delle persone trans dalle forze armate, esse sono state ampiamente condannate da Adam Smith, presidente della Commissione dei Servizi armati presso la Camera dei Rappresentanti, che ha ha chiesto al Pentagono di astenersi dall’attuarle. «Chiunque sia qualificato e disponibile – ha dichiarato – dovrebbe essere autorizzato a servire apertamente il proprio Paese: questo è un divieto discriminatorio per le persone transgender e continueremo a lottare contro questa politica bigotta».
Critiche anche dalla no-profit Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (Glaad), che ha affermato: «L’amministrazione Trump è ancora una volta crudele e ingiustamente rivolta contro le persone transgender che hanno servito questo Paese per anni».
The Trump administration is once again cruelly and unfairly targeting transgender people who have been serving this country for years. We won’t stop fighting until every trans person wishing to serve this country can do so free from discrimination. https://t.co/VxkBR15DzW
— GLAAD (@glaad) 13 marzo 2019