L’Australia ha negato il visto a Milo Yiannopoulos per un post sul massacro di Christchurch.
Commentando l’attentato alle due moschee della città neozelandese, che è costato la vita a 49 persone, il giornalista e scrittore britannico, noto per le sue violente posizioni critiche su Islam, ateismo, femminismo e politicamente corretto, ha infatti scritto su Facebook: «Attacchi come questo avvengono perché l’establishment asseconda e coccola l’estrema sinistra e le culture barbariche di altre religioni. Non quando qualcuno osa farlo notare».
Per il ministro australiano dell’Immigrazione David Coleman, che ha annunciato la negazione del visto a Yannopoulos, «le parole sui social media sull’attacco terroristico a Christchurch sono orribili e fomentano l’odio e la divisione».
Il premier Scott Morrison aveva già deciso di non concedere il visto al giornalista, ma poi aveva cambiato posizione per le proteste del Partito Liberale d’Australia al potere. Il governo normalmente non commenta le singole decisioni sui visti ma ha fatto un’eccezione nel caso di Yannopoulos anche perché l’autore della strage di Christchurch, Brenton Tarrant, è un suprematista bianco australiano.
E voce autorevole del suprematismo nonché dell’Alt-right è proprio Yannopoulos, la cui islamofobia è strettamente correlata alla vicinanza agli ambienti catto-conservatori di Church Militant (lo scrittore si professa cattolico praticante: dopo l’università iniziò a scrivere per The Catholic Herald) e al deciso antibergoglismo. Non bisogna dimenticare quanto abbia inciso al riguardo l’esperienza di caporedattore di Breitbart News, il cui direttore esecutivo è stato Steve Bannon, capo stratega di Donald Trump dal 20 gennaio al 18 agosto 2017.
Ciò spiega anche perché Yannopoulos, apertamente omosessuale, ritenga che «i diritti civili ci hanno reso più stupidi» e descriva l’omosessualità come «aberrante» e «una scelta di stile di vita garantita per portare ai gay dolore e infelicità».