Zuzana Čaputová è la quinta presidente della Repubblica della Slovacchia. A sceglierla ieri, al secondo turno delle presidenziali, 1.056.582 di elettori, che hanno così garantito all’avvocata ambientalista di Bratislava il 58,40% dei voti a fronte delle 752.403 preferenze incassate da Maroš Šefčovič. Il vicepresidente della Commissione europea, che ha puntato la propria campagna principalmente sulla tutela della famiglia tradizionale, si è così fermato al 41,59%.
I principali sondaggi davano in realtà Čaputová già per vincente al primo turno con oltre il 50% delle preferenze. Ma il 16 marzo l’avvocata si era comunque attestata in prima posizione col 40,57% dei voti a riprova della considerazione da parte dell’elettorato slovacco, che sin da subito ha guardato a lei nel desiderio di cambiare il sistema.
Eccezionale oratrice, la 45enne Zuzana Čaputová ha visto la sua fama crescere progressivamente per aver sostenuto le proteste di piazza anti-governative a seguito dell’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata Martina Kušnírová il 21 febbraio 2018.
Quando fu assassinato, Kuciak stava conducendo un’inchiesta per il sito Aktuality su casi di corruzione e truffe intorno ai fondi strutturali dell’Unione Europea, arrivando a sostenere l’esistenza di rapporti tra la ‘ndrangheta calabrese e alcuni componenti del Governo. La massicce reazioni popolari avrebbero portato di lì a poco, il 22 marzo, il primo ministro Robert Fico alle dimissioni.
Madre di due figli adolescenti e con un divorzio alle spalle, Čaputová, che è sostenuta dal presidente uscente Andrej Kiska, è una convinta europeista e vicepresidente del partito Progresívne Slovensko, attualmente fuori dal Parlamento di Bratislava. Al centro del suo programma, sintentizzato nello slogan Combattiamo il male insieme, ci sono state la lotta alla corruzione ela revisione d’un sistema giudiziario che, a suo parere, è gravemente distorto e a beneficio di politici e loro sostenitori. In un Paese alle prese col populismo Čaputová si differenzia dagli altri candidati per la sua ferma opposizione alle spinte sovraniste e nazionaliste.
Componente di Environmental Law Alliance Worldwide, la pasionaria di Bratislava è stata l’artefice della battaglia legale contro la discarica illegale di Pezinok, cuore dell’omonimo distretto vinicolo della Slovacchia, e nel 2016 ha vinto il prestigioso Premio Goldman per l’Ambiente. In un Paese a maggioranza cattolica Čaputová, infine, è sostenitrice del riconoscimento legale dell’unione tra persone dello stesso sesso e dell’accesso all’adozione per le coppie di persone omosessuali.
Nel ringraziare gli elettori per averla scelta come capo di Stato, Čaputová ha dichiarato nel primo discorso che la sua presidenza avrà «un chiaro orientamento pro-europeo» sì da garantire un forte segnale di «cambiamento». Per sottolineare che sarà la presidente di tutti, anche delle minoranze, il discorso, davanti ad una folla che gridava: Zuzana, Zuzana, è stato pronunciato in slovacco, ceco, ungherese e in romanes, la lingua dei rom.
L’avvocata 45enne s’insedierà il 15 giugno, diventando la prima donna a essere stata eletta presidente della Repubblica di Slovacchia. Unica donna presidente, inoltre, nel gruppo dei Paesi di Visegrad, Caputova diventerà così il volto di un centro Europa alternativo al populismo nazionalista di estrema destra dell’ungherese Viktor Orbán.