Nel giorno, in cui nel sultanato del Brunei entrano in vigore le nuove disposizioni del Codice penale in materia di pena capitale per persone che hanno rapporti omosessuali, Ivan Scalfarotto, deputato del Pd, ha presentato una specifica interrogazione parlamentare al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi.
Interrogazione che, cofirmata dagli omologhi di partito Alessandro Zan, Lia Quartapelle e Piero Fassino nonché da Laura Boldrini (LeU), appare, fra l’altro, così motivata: «La nuova normativa, su spinta del sultano Hassanal Bolkiah, si applicherà solo ai cittadini musulmani (ovvero la maggior parte della popolazione) e arriva seguendo la direttiva del sultano del Brunei, uno dei leader più ricchi del mondo (con un patrimonio di 20 miliardi di dollari).
Si apprende inoltre che importanti associazioni che operano a sostegno dei diritti umani hanno preso una posizione fortemente critica circa l’emanazione di tale legge: Amnesty International ha definito le sanzioni “profondamente sbagliate” e la legge da “fermare immediatamente” così come ha sottolineato come “rapporti consensuali tra individui dello stesso sesso non dovrebbero neanche essere considerati reato”. Human Rights Watch ha invece definito il progetto delirante.
A tali dichiarazione, si aggiunge anche l’appello dell’Alto Commissario per i diritti dell’uomo, Michelle Bachelet che ha affermato “Mi appello al governo affinché blocchi l’entrata in vigore di questo nuovo Codice penale draconiano che, se verrà applicato, segnerà una grave battuta d’arresto per la tutela dei diritti umani”
A seguito di ciò, alcuni attori americani hanno invitato i lettori a manifestare la propria indignazione boicottando nove lussuosi alberghi in Occidente di proprietà del sovrano asiatico».
Alla luce di tali elementi i cinque deputati chiedono pertanto al ministro degli Esteri «quali iniziative, per quanto di competenza, intenda mettere in campo al fine contrastare tali legge feroci e liberticide che minano i diritti umani della popolazione del Brunei» e quali altre «intenda intraprendere in sede di Unione Europea affinché l’Unione si faccia parte attiva per ristabilire la piena tutela dei diritti dei cittadini e delle cittadine del Brunei».
Sempre oggi Scalfarotto, Boldrini, Fassino, Quartapelle e Zan hanno rivolto un’altra interrogazione parlamentare al ministro Moavero Milanesi. Oggetto, questa volta, la detenzione della giovane attivista trans egiziana Malak al-Kashif in un carcere maschile con inevitabile rischio di torture e stupri.
La situazione drammatica della 19enne di Giza è stata correlata dagli interroganti alla generale «condizione delle persone Lgbti in Egitto», che, secondo media internazionali e organismi umanitari, «registra un progressivo peggioramento a partire dal 2017 quando un giovane fu un arrestato nel corso del concerto di una band libanese, dopo aver sventolato una bandiera arcobaleno. In tale occasione, all’epoca, si registrò una vasta campagna di repressione contro persone sospettate di essere omosessuali.
Nonostante si rilevi il fatto che in Egitto i rapporti omosessuali non siano formalmente vietati dal Codice penale, un articolo della legge anti-prostituzione, varata oltre mezzo secolo fa, commina da tre a cinque anni di reclusione a chi «incita alla dissolutezza e all’immoralità», determina nei fatti una normativa ambigua che consente di fatto il perseguimento giuridico delle persone Lgbti».
Ragioni, queste, che hanno portato Scalfarotto, Boldrini, Fassino, Quartapelle e Zan a domandare al titolare della Farnesina «quali iniziative, per quanto di competenza, intenda mettere in campo al fine di ristabilire una condizione di sicurezza a Malak al-Kashif e quali iniziative intenda intraprendere per seguire con attenzione gli sviluppi della situazione» nonché quali altre, più in generale, «intenda intraprendere in sede di Unione Europea affinché l’Unione si faccia parte attiva nel garantire la piena tutela dei diritti dei cittadini e delle cittadine omosessuali in Egitto».