Continua il tortuoso e annoso iter del progetto di legge contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere in una regione, quale l’Emilia-Romagna, considerata una roccaforte storica della sinistra. E a fare e disfare l’ordito, come una Penelope dei nostri giorni fronteggiante i nemici in casa propria, un Pd che, pur essendo partito di maggioranza nella Giunta Bonaccini e avendo ampiamente i numeri per approvare il pdl, continua ad apportare impedimenti e frenate in nome di una «piena condivisione del testo».
Riprova ne è la cancellazione del termine ‘omotransnegatività‘ dalla stessa denominazione della legge, che Roberta Mori, presidente della Comimissione Pari Opportunità e relatrice di maggioranza in relazione al pdl, ha annunciato il 13 marzo. Cioè, a un mese esatto, da quell’audizione conoscitiva di cinque ore, che sembra ora suonare come un’ennesima operazione di facciata a fronte di pressioni opposte dell’associazionismo cattolico e dell’area “devota” del partito. In linea con le posizioni gesuitizzanti assunte sulla questione Mori ha spiegato in marzo come «non ci debbano essere elementi d’ambiguità che mettono a rischio il provvedimento o aprano la strada a ricorsi».
Ciò non ha fatto che ringalluzzire il centrodestra, ancorato a un’opposizione totale al pdl in quanto «aprirebbe la strada a discriminazioni al contrario»..
Come se non bastasse e benché il termine “omotransnegatività” sia stato bellamente liquidato, un pezzo del World Congress of Families di Verona animerà a Bologna, l’11 aprile, il convegno Sì alle leggi per la famiglia. No alla legge sulla omotransnegatività.
A prendere la parola nella sala polivalente Guido Fanti della Regione saranno Jacopo Coghe (vicepresidente della XIII° edizione del Congresso mondiale delle Famiglie) e presidente di Generazione Famiglia),Maria Rachele Ruiu (referente nazionale di Generazione Famiglie) e Filippo Savarese (direttore di CitizenGO Italia). Interveranno, inoltre, Francesco Farri (Centro studi Livatino) e i consiglieri regionali Daniele Marchetti (Lega), Andrea Galli (Forza Italia), Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) e Michele Facci (Movimento per la sovranità).
Come ha annunciato su Facebook Filippo Savarese in un post intitolato Pane al pane, «giovedì 11 aprile a Bologna non faremo polemiche, ma solo una domanda secca: ci spiegate, precisamente, che cosa significa “omotransnegatività”, visto che il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna vuol farci una legge apposta?
Gli emiliano-romagnoli che credono che un bambino abbia il diritto di crescere con una mamma e un papà, per esempio, sono “omonegativi”? Vanno rieducati? Chi pensa che sia una follia criminale iniettare in un dodicenne un farmaco per bloccargli lo sviluppo ormonale, è “transnegativo”? Domande semplici. Amici di Bologna e dintorni ci vediamo lì per aspettare insieme risposte oneste che, temo, non arriveranno».