Alcune associazioni Lgbt hanno scritto una lettera aperta a Vincenzo Spadafora, sottosegretario alle presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili, in merito al decreto, che firmato dai ministri Matteo Salvini (Interno), Giulia Bongiorno (Pubblica Amministrazione) e Giovanni Tria (Economia), prevede sulla carta d’identità di minori il reintegro della dicitura ‘padre’ e ‘madre’ al posto di quella di ‘genitori’. E questo in barba al parere negativo che Antonello Soro, Garante per la Protezione dei dati personali, aveva espresso al riguardo il 15 novembre scorso.
Le associazioni firmatarie sono «componenti del tavolo sulle questioni Lgbtqi da lei instaurato e nel suo ruolo di titolare delle pari opportunità all’interno del Governo che La esprime».
Per esse il provvedimento è «odiosamente discriminatorio» in quanto, al di là degli «orientamenti politici e legislativi per il futuro, le famiglie omogenitoriali già esistono ed esistono i figli e le figlie di quelle famiglie che, grazie alla giurisprudenza o all’azione degli uffici anagrafe dei Comuni più lungimiranti, sono oggi, anche per la legge, figli e figlie di entrambe le figure genitoriali. Figure genitoriali che invece, al di là del genere di appartenenza, sarebbero oggi costrette a rientrare nella categoria inflessibile di “padre“ e “madre”, dando luogo a un’invisibilità, a uno stigma e a un marchio che ricordano periodi bui della storia».
Alla luce di tali elementi «l’attuale Governo – continua il testo della lettera aperta – non si dimostra un interlocutore affidabile perché al di là delle dichiarazioni non appare in grado di mettere in sicurezza i diritti delle persone Lgbtqi, non ne migliora le condizioni di vita e anzi le peggiora.
Crediamo che, al di là della insostenibilità legale di un’impostazione odiosamente discriminatoria, come già confermava il parere del Garante della privacy, e dunque degli esiti dei ricorsi, sia essenziale un chiarimento politico del Governo di cui entrambi, Lei e il Ministro dell’Interno, con le rispettive forze politiche, siete espressione affinché questa pagina odiosa venga cancellata. Ad oggi possiamo solo valutare i fatti».
A firmare la lettera sono state Agedo, Alfi, Arc, Arcigay, Arcigay Antinoo Napoli, Arcigay Arcobaleno degli Iblei Ragusa, Associazione di volontariato Libellula, Associazione Esedomani Terni, Associazione Lgbt Quore, Certi diritti, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Di’Gay Project – DGP, Edge Excellence & diversity by LGBT executives, Famiglie Arcobaleno, I Ken, Iglbc Italian GLBT Business Chamber, Polis Aperta, Rain Arcigay Caserta, Rete Genitori Rainbow, Stonewall Glbt, Torino Pride, Ufficio Nuovi Diritti Cgil.