Di omofobia, transfobia, violenza e bullismo si torna costantemente a parlare soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui sembra registrarsi un aumento dei casi di aggressione verso le persone Lgbti.
Come noto, a partire dall’inizio della XVIII° legislatura sono stati presentati vari progetti di legge volti a contrastare l’omotransfobia. Basti citare quelli della senatrice Monica Cirinnà (Pd) o dei deputati Alessandro Zan (Pd), Ivan Scalfarotto (Pd), Laura Boldrini (LeU).
La scorsa settimana ci hanno pensato 36 senatori del M5s con il ddl recante Modifiche dell’art. 604 bis del Codice penale e le istituzioni di centri antiviolenza per le vittime di omotransfobia.
Per saperne di più abbiamo raggiunto la senatrice Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5s a Palazzo Madama, che di quel disegno di legge è prima firmataria.
Senatrice Maiorino, quali sono gli aspetti principali di questo ddl?
Innanzitutto ci tengo a dire che questo disegno di legge già al primo giro per la sottoscrizione ha raccolto l’adesione di trentacinque colleghi del mio gruppo e sono più che certa che al secondo giro ne raccoglierà ancora molte altre. Quello che facciamo con questo provvedimento è semplicemente andare a modificare l’art. 604-bis del Codice penale (che è la parte che si occupa dei “delitti contro l’uguaglianza”), aggiungendo le parole “o fondati sull’omofobia o sulla transfobia”. La parte in questione risulta quindi modificata in questo modo: “atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, o fondati sull’omofobia o sulla transfobia”.
Il ddl tuttavia non si limita a riconoscere e distinguere il reato di discriminazione basato sull’orientamento sessuale, ma prevede, oltre all’istituzione della Giornata Nazionale contro l’Omotransfobia nella data del 17 maggio, anche l’istituzione di case rifugio – o centri antiviolenza – dedicati alle persone Lgbti vittime di violenza o in condizioni di fragilità perché respinti dalla famiglia d’origine. È piuttosto triste infatti constatare che nell’Italia del 2019 ancora si verificano casi di giovani lesbiche, gay o transessuali rigettati dalle proprie famiglie.
Omosessualità e transessualità da molti colleghi, soprattutto della Lega, sono considerati fatti privati o addirittura “atti contro natura” e, quindi, non soggetti a tutela. Dal momento che si propone di modificare il Codice penale aggiungendo all’art. 604 bis le parole: “o fondati sullaomofobia o sulla transfobia”, come pensa di superare tale scoglio?
In tutta onestà, non so a quali colleghi si riferisca. Io in Senato ho un ottimo dialogo con tutti e, sebbene con la nostra controparte alGoverno vi siano delle differenze di visione che sarebbe sciocco negare, un’affermazione simile non l’ho mai sentita da nessuno. Questo provvedimento non va a toccare i cosiddetti “temi eticamente sensibili” – che poi è una formula ormai standardizzata per dire sostanzialmente che certi temi è meglio non toccarli – ma è semplicemente un doveroso rafforzamento e un affinamento del contrasto alla violenza e al bullismo.
Basta fare una semplice ricerca su internet per rendersi conto in un attimo che chi ha un orientamento sessuale “minoritario” (mi passi l’espressione) è molto più esposto di chi è etero a subire forme di violenza fisica o verbale. Scoraggiare e punire queste forme di violenza – come di tutte le forme di violenza – è dovere di uno Stato e non può avere colori politici.
All’art. 6 del ddl si fa riferimento ai centri antiviolenza per le vittime dell’omofobia e della transfobia. Di che si tratta?
Si prevede l’istituzione di un fondo apposito per la creazione di centri antiviolenza dedicati alle persone Lgbti. Il funzionamento e la gestione di tali centri ricalca in sostanza quelli già esistenti per i centri antiviolenza per le donne. Centri del genere esistono già in praticamente ogni paese d’Europa. Quindi, anche in questo caso, si tratta semplicemente di colmare una spiacevole lacuna.
Al governo il M5s è con la Lega. Come abbiamo potuto osservare, da tempo e ancor oggi su questi temi il vostro alleato è sempre stato uno dei maggiori partiti ostili. Come pensa di convincerli a votare favorevolmente questo disegno di legge?
Come ho già detto, con la Lega abbiamo divergenze di vedute sui temi cosiddetti “etici” – e anche su questi ultimi, il panorama è in realtà molto più variegato e meno monolitico di quanto una certa stanca vulgata voglia far credere. In questo caso però di “etico” non c’è un bel nulla. Affermare che le persone non si picchiano e non si insultano per via del loro orientamento sessuale è una cosa di semplice buon senso e non è una dichiarazione di appartenenza politica – come purtroppo in questo paese ci è stato strumentalmente fatto credere per lunghi anni. Sono molto fiduciosa che lo spirito di questo provvedimento verrà compreso e non troverà ostacoli.
Omofobia e transfobia rientrano nell’ambito tematico della discriminazione ma afferiscono anche a quelli delle famiglie omogenitoriali. Come si pensa di coniugare tale lotta con una situazione ancora difficile da superare, proprio in Parlamento, in materia di stepchild adoption e adozioni?
Sono convinta – e i dati corroborano la mia convinzione – che un bambino cresca sano e forte là dove è accolto e accudito con amore, e il genere dei genitori non influisce sul suo sviluppo psichico, intellettuale e affettivo. Questo però è un tema su cui non vi è unità di visione all’interno di nessuna forza politica, anche se credo che sia dovere della politica favorire un dibattito sereno, pacato e fondato sui fatti, nel paese, per contribuire a far crescere una coscienza critica e avveduta nei cittadini.
Per anni la politica non si è distinta in questo campo, ossia nel favorire la crescita culturale del popolo. Mi auguro che tra i tanti cambiamenti che stiamo apportando, possa esserci anche questo. È probabilmente il più difficile: imparare tutti a confrontarci senza faziosità, ma attraverso lo studio della materia e il rispetto dell’altro. La politica dà l’esempio, e spesso, su temi delicati come questo, ha dato purtroppo l’esempio sbagliato. Mi auguro si possa invertire la rotta.
La senatrice Cirinnà ha dichiarato recentemente a La Repubblica: “Non mi fido delle aperture dei 5Stelle. Sui diritti sono ambigui “. Cosa le risponderebbe?
Come le dicevo, io sono felice di dialogare con tutti i colleghi. Anche alla senatrice Cirinnà sarò felice di rispondere, quando me lo chiederà direttamente.
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