«Il mio nome è Pete Buttigieg. Mi chiamano sindaco Pete. Sono un figlio orgoglioso di South Bend, Indiana. E correrò per la presidenza degli Stati Uniti». Con questo parole, davanti a una folla entusiasta, il 37enne Pete Buttigieg, sindaco di South Bend, ha lanciato ufficialmente la sua campagna per le presidenziali del 2020 in un ex impianto industriale, chiuso ormai da decenni, e ora diventato un centro di formazione nell’ambito di un progetto della sua città.
«Libertà, sicurezza, democrazia. Questi sono i nostri punti. La mia storia è alternativa al Make America Great Again – ha detto -. Il Paese ha bisogno di un cambio generazionale e di un modo diverso di vedere il più grande Paese al mondo. La sicurezza o l’idea di democrazia non devono dipendere dalla volontà di un solo partito, ma appartenere a tutti gli americani. Così come il futuro delle politiche riproduttive, non può essere deciso da un gruppo di pochi uomini».
Eletto sindaco di South Bend nel 2011 a 29 anni, Buttigieg fu riconfermato nel 2015 con l’80% dei voti dopo aver fatto coming out su un quotidiano. Il 16 giugno dello scorso anno si è sposato, presso la cattedrale episcopaliana di St. James, col proprio compagno Chasten Glezman.
Ex riservista della Marina, reduce della guerra in Afghanistan e decorato al valore militare per l’impegno nella lotta al terrorismo, Buttigieg ha tentato lo scorso anno, ma senza successo, di diventare presidente del comitato nazionale democratico.
Secondo molti analisti Buttigieg potrebbe essere la vera grande sorpresa delle primarie democratiche. Appena tre mesi fa era accreditato all’1%. Ma poche settimane di dibattiti e qualche apparizione tv lo hanno portato alla ribalta, al punto da aver già affiancato, come popolarità, Kamala Harris e Beto O’Rourke.
La sua giovane età, il fatto che sia dichiaratamente gay (ha aperto il comizio ringraziando i genitori e suo marito), l’essere un veterano di guerra lo hanno reso fin dall’inizio un personaggio di rottura, un nuovo Obama, che piace anche per quello che dice e per come lo dice. Ossia con competenza, ironia, capacità di improvvisare.
È diventata virale la sua risposta in norvegese a una giornalista scandinava, rivelando la sua conoscenza della lingua. Buttigieg ne parla ben sette in modo fluente, senza contare le due due lauree, conseguite a Harvard e Oxford. E una settimana fa, attaccando il vicepresidente Mike Pence per le sue posizioni anti-Lgbti, Buttigieg, che rivendica d’essere cristiano, ha spiazzato tutti col rispondere: «Mike, tu non stai combattendo me, ma Dio».