Sulla nuova ondata di arresti e torture di persone Lgbti in Cecenia il deputato Alessandro Zan (Pd) aveva indirizzato, il 17 gennaio, un’interrogazione parlamentare al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi. Interrogazione cofirmata dagli omologhi di partito Roberto Giachetti, Luca Rizzo Niervo, Francesca La Marca, Enza Bruno Bossio, Martina Nardi, Angela Schirò, Antonella Incerti, Stefania Pezzopane, Lucia Ciampi, Maria Chiara Gadda.
Il 22 marzo è arrivata la risposta scritta della Farnesina a firma della viceministra pentastellata Emanuela Claudia Del Re.
Eccone il testo: «La lotta contro ogni forma di discriminazione, anche in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere, costituisce una delle direttrici dell’azione internazionale dell’Italia nel settore dei diritti umani e figura fra le priorità del mandato italiano nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per il triennio 2019-2021.
Per questo seguiamo con particolare preoccupazione la questione delle discriminazioni, anche basate sull’orientamento sessuale, nella Federazione Russa e soprattutto i recenti casi di gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali ai danni delle persone LGBT+I in Cecenia.
Fin dalla ripresa delle segnalazioni a dicembre 2018 da parte di media russi, abbiamo condiviso e sostenuto le principali iniziative avviate a livello internazionale e locale, anche in coordinamento con le istanze dell’Unione europea, per accertare i fatti nella convinzione che sia necessario fare piena luce sulla vicenda.
Più nel dettaglio, abbiamo concorso con i partner dell’Unione europea alla formulazione di un intervento congiunto sui tema al Consiglio permanente dell’Osce. In tale dichiarazione, confermando la nostra profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in Cecenia ai danni di persone LGBT+I, abbiamo ribadito l’appello alla federazione russa affinché conduca indagini tempestive, efficaci, approfondite e garantisca la consegna alla giustizia dei responsabili o complici di tali atti.
Sempre in ambito Unione europea, l’Italia continua a sostenere il mantenimento di canali di dialogo diretti fra la delegazione Unione europea a Mosca e l‘Ombudsperson russo, incoraggiando anche contatti dell’Unione europea con il consiglio presidenziale per i diritti umani, principale organo consultivo di settore dell’amministrazione presidenziale russa.
In ambito Onu il nostro Paese è intervenuto sul tema delle discriminazioni nella federazione russa anche nel corso dell’ultimo esercizio di revisione periodica universale cui si è sottoposta la Russia a maggio 2018. In tale occasione, abbiamo formulato una raccomandazione affinché adotti misure concrete per combattere tutte le forme di discriminazione, incluse quelle basate sulla religione e sull’orientamento sessuale.
Continueremo a monitorare gli sviluppi della vicenda in Cecenia, nella consapevolezza che sia estremamente grave che vi siano contesti nei quali le persone vengano discriminate, i loro diritti vengano negati o addirittura esse siano fatte oggetto di violenze a causa del proprio orientamento sessuale».
Della risposta della Farnesina, di cui solo oggi è stata data comunicazione ad Alessandro Zan, lo stesso deputato padovano ha dato una sua breve valutazione su Facebook: “In gennaio ho presentato una interrogazione al ministro degli Esteri sulle persecuzioni contro la popolazione #lgbt in #Cecenia. Finalmente è arrivata la risposta del governo: tante belle parole, ma pochissimi fatti.
Di fatto è stato sottolineato, com’è ovvio, che l’Italia ha seguito le linee dell’Unione Europea e dell’Onu su queste palesi violazioni. Nessun impegno diretto del nostro Paese contro la #Russia di Putin amico di Salvini (di cui la Cecenia fa parte) per tutelare i diritti umani. Continuerò a vigilare perché il governo italiano intervenga con più decisione”.