A poco più di due settimane dalle amministrative in Turchia, che hanno segnato la débâcle dell’Akp (il partito di Recep Tayyip Erdoğan) ad Ankara e Istanbul, passate rispettivamente a guida socialdemocratica e repubblicana, le associazioni locali Lgbti hanno conseguito un significativo traguardo.
Accogliendo il ricorso in appello di Kaos Gl, il 12° Tribunale amministrativo regionale di Ankara ha definito illegale il divieto a tempo indeterminato di pubblici eventi Lgbti, che l’allora governatore Ercan Topaka aveva imposto, il 18 novembre 2017, in nome del decreto legge sullo stato di emergenza.
Definendo una tale disposizione «indefinita e ambigua. È necessario garantire sicurezza ai pubblici eventi anziché non permetterli», la Corte ha pertanto revocato il divieto
Viva soddisfazione è stata espressa dai due avvocati di Kaos Gl Hayriye Kara e Kerem Dikmen. Affermando che è obbligo dello Stato riconoscere e proteggere i diritti e le libertà fondamentali delle persone Lgbti, Kara ha dichiarato: «Possiamo dire che la corte ha accettato le nostre motivazioni. Invece di limitare i diritti e le libertà fondamentali per proteggere la pace sociale, è stato affermato che una minoranza vulnerabile deve essere protetta da ogni attacco. Hanno inoltre sottolineato come le forze dell’ordine dovrebbero adottare le necessarie misure di sicurezza anziché divieti».
Plauso è stato espresso da Fotis Filippou, direttore delle campagne di Amnesty International per l’Europa, che ha dichiarato: «Questa è una giornata importante per le persone Lgbti in Turchia e un’enorme vittoria per gli attivisti per i diritti Lgbti. L’amore ha vinto ancora una volta».
Intanto Kaos Gl ha annunciato che il 10 maggio si terrà ad Ankara il Pride. «Invitiamo – così su Fb – tutti coloro, che condividono le nostre richieste di uguaglianza e libertà, di ritrovarsi qui il 10 maggio per stare insieme, dare prova di amore e solidarietà, far crescere la gioia e la speranza».