Pubblicato, negli scorsi giorni, dalle Edizioni Croce di Roma, La conversione dell’arcobaleno è l’ultimo romanzo di Maurizio Valtieri, che si è ispirato spira a una vicenda reale.
Il protagonista, Davide, giovane omosessuale, di ritorno da un viaggio avventuroso in Messico, viene costretto dalla madre a sottoporsi alle terapie di riparazione che, sulla base dei postulati antiscientifici di Joseph Nicolosi, intendono riconvertire l’orientamento sessuale di persone gay e lesbiche. Davide capisce, per la prima volta, che una parte di mondo lo considera un malato: un giocattolo rotto che va riparato a tutti i costi.
Per saperne di più, contattiamo l’autore Maurizio Valtieri, docente presso il dipartimento di italianistica del Pantheon Institute di Roma, in programmi per Penn State University e Tulane University, già apprezzato autore teatrale e narratore, tra i cui lavori è da segnalarsi la raccolta di racconti Confini di pelle.
Cosa ti ha spinto a scrivere il tuo nuovo romanzo? Ci racconti sinteticamente di cosa parla?
La conversione dell’arcobaleno è la riscrittura di un mio precedente romanzo, con l’aggiunta di nuove parti e un finale totalmente diverso. In sintesi è la storia di un giovane gay, il quale è perfettamente a suo agio con la propria sessualità, che viene mandato dalla madre in un istituto religioso romano per un ciclo di terapia riparativa, nella convinzione che possa ritornare eterosessuale. Si tratta di un romanzo, nel quale si intrecciano diverse storie umane e il cui protagonista è volutamente una figura positiva. L’ho voluto riscrivere per dare il mio contributo a una necessaria resistenza contro un nuovo e preoccupante oscurantismo. Dichiarazioni come quelle della giornalista Mediaset, la quale ha affermato di essere tornata etero attraverso Gesù e che l’omosessualità è paragonabile all’omicidio, mi hanno definitivamente convinto a pubblicare il libro.
Il dramma delle terapie riparative sono, senza dubbio, argomento centrale del tuo romanzo. Pensi che oggi siano ancora molto diffuse? Hai compiuto una ricerca a tal riguardo?
Ovviamente mi sono documentato e sono arrivato alla conclusione che purtroppo questo tipo di pseudo-terapie, un tempo fenomeno quasi esclusivamente americano, è ben presente sul nostro territorio nazionale. Viste le ripetute condanne da parte del mondo scientifico e della società civile, si cerca di presentarle come una sorta di cammino di autocoscienza, ma tra le righe il concetto ricorrente è sempre quello di voler correggere un difetto ritenuto contro natura.
Quali sono i rapporti e le inferenze tra i centri che praticano le cosiddette terapie riparative e i gruppi cattolici ? Che peso ha avuto e ha la chiesa nell’alimentare false credenze come questa?
C’è sempre un legame tra fondamentalismo cristiano e centri per le terapie riparative, se non altro perché questi ultimi giustificano la propria azione con ciò che la parola di Dio secondo loro comanda. Inoltre, molto spesso a una pseudopsicologia viene affiancata la cosiddetta “fede trasformante”, che è il termine usato per descrivere l’uso della religione per eliminare i desideri sessuali, attraverso il pentimento e la fede. Dunque una consolidata connivenza, se non vera complicità, esiste ed è molto forte.
Cosa ti sentiresti di dire ad un ragazzo omosessuale che, proprio come il protagonista del tuo romanzo, si sente un giocattolo rotto che va riparato a tutti i costi?
Gli direi di trovare la forza di non permettere a niente e nessuno di definire chi lui o lei sia. Soprattutto di non trovare se stesso/a nello sguardo degli altri. Se il destino ci pone in una posizione esistenziale scomoda, come quella di nascere minoranza, bisogna fin dalla prima sensazione di estraneità rispetto al mondo che ci circonda mettersi in cammino per trovare il proprio popolo. Il primo istinto è sempre quello di volersi omologare per evitare il dolore. Di una cosa sono sicuro, stare fuori da quello che chiamo il “recinto delle vacche” può non essere facile e il prezzo può essere alto, ma quello sguardo differente e unico sull’intera vallata dell’esistenza umana ripaga ogni sacrificio.