L’8 giugno è la data scelta per il Roma Pride che, dopo la straordinaria partecipazione del 2018, assume quest’anno un significato tutto particolare alla luce del 50° anniversario dei Moti di Stonewall.
Ma non solo. Perché nel 2019 cade anche il 25° anniversario del Pride che, tenutosi a Roma nel 1994, «ha dato il via – secondo quanto riportato in un comunicato odierno – al movimento dei Pride italiani, cresciuto di anno in anno fino ad arrivare agli oltre 30 pride che sfileranno quest’anno per le strade di tante città italiane.
Per celebrare questi momenti abbiamo scelto di incentrare la nostra comunicazione su quattro colonne portanti della nostra storia. Abbiamo scelto di affidarci alla matita di un giovane illustratore di Latina, art-ivista Lgbt+ e volontario del Roma Pride: Gionatan Fiondella. Il suo lavoro ha celebrato quattro personaggi fondamentali senza il cui impegno oggi il Roma Pride non esisterebbe.
Sylvia Rivera, Marsha P. Jonhson e Stormè DeLarverie, che diedero vita ai moti di Stonewall, e Andrea Berardicurti, alias La Karl Du Pignè, attivista storico del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e tra le ideatrici del Pride di Roma del 1994 che, purtroppo, ci ha lasciate a settembre dello scorso anno».
Il significato e il messaggio sotteso al Roma Pride, di cui è stato anche diffuso il documento politico, sono stati spiegati dal portavoce (nonché presidente del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli) Sebastiano Secci, che ha dichiarato: «La nostra storia e le nostre lotte del passato sono la bussola per il nostro impegno nel presente e nel futuro. In un momento storico di incertezza politica e di crescita esponenziale dei discorsi di odio riscoprire le nostre radici ci dà la forza di continuare a lottare. Non solo ‘contro’ chi vuole ridurre spazi di libertà e solidarietà tra le persone, ma anche e soprattutto ‘a favore’ di una società diversa che, da anni, costruiamo giorno per giorno dal basso.
L’esempio di Sylvia, Marsha, Stormè e della Karl è il combustibile che deve contribuire a mantenere viva la fiamma della rivolta contro le discriminazioni e l’ingiustizia. A queste favolose persone dedichiamo il nostro Pride, perché senza di loro noi probabilmente non saremmo qui oggi, senza il loro sacrificio questo Paese e il mondo intero sarebbero un po’ meno liberi, un po’ meno felici e un po’ meno arcobaleno».