Nonostante sia considerato persona non gradita e come tale gli sia stato vietato l’ingresso in Sud Africa, Canada, Giamaica, Malawi e Regno Unito (mentre il 20 settembre 2016 è stato espulso dal Botswana), il pastore battista Steven Lee Anderson sembra non demordere.
Il 26 maggio è infatti previsto un suo ciclo di predicazioni a Dublino quale parte di quello che è stato ribattezzato “tour dell’odio”.
Fondatore della Chiesa Battista della Parola Fedele, Anderson s’è imposto alla pubblica attenzione quando il 15 giugno 2016 (tre giorni dopo la strage di Orlando, che costò la vita a 49 persone) pubblicò un video dichiarando: «La buona notizia è che oggi nel mondo ci sono 50 pedofili in meno, perché questi omosessuali sono un branco di pervertiti disgustosi».
Come se non bastasse, il pastore californiano ritiene che le persone omosessuali debbano essere condannate a morte non solo sulla base del Levitico (18, 22) ma quale «cura per l’Aids». Violentissimi anche i suoi appelli contro le persone transgender.
Per questo motivo All Out ha lanciato una petizione per chiedere che ad Anderson non sia permesso di entrare in Irlanda.