Termina oggi per Sodoma il primo tour italiano di presentazione, che ha visto fra l’altro l’autore, Frédéric Martel, parlarne due volte a Roma (presso la Feltrinelli di Galleria Alberto Sordi e la sede del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli).
E, mentre è di ieri la notizia che Papa Francesco avrebbe letto e apprezzato il libro-inchiesta su Vaticano e omosessualità, non del tutto sopita appare la polemica sollevata dallo stesso sociologo francese. Motivo? Una presunta censura da parte del Salone internazionale del Libro di Torino (9-13 maggio) che non ha concesso alcuno spazio a Sodoma, pur essendo oramai un bertseller in oltre 15 Paesi.
@SalonedelLibro | CENSURA IN #ITALIA – Sono a Roma e Firenze per conferenze tutta la settimana, ma non al @SalonedelLibro #Torino. 3 persone confermano che sono stato CENSURATO per #Sodoma dopo pressioni del #vaticano @Radio3tweet @Corriere @repubblica @fattoquotidiano pic.twitter.com/vsGsF8pf7g
— Frederic Martel (@martelf) 6 maggio 2019
Per saperne di più abbiamo raggiunto Martel mentre è in procinto di partire per New York.
Frédéric, il 6 maggio lei ha lanciato alcuni tweet, tacciando di atteggiamenti censori il Salone del Libro. Può spiegare cosa è successo?
Sodoma è un libro che parla fondamentalmente di gay in Vaticano. È un libro profondamente pro-gay e ostile all’ipocrisia della Chiesa sulla moralità sessuale. A differenza di tanti cardinali e vescovi, che vivono in coppia, hanno amanti, escort o praticano il chem-sex! Ma è un libro serio, ponderato, non polemico e molto favorevole a papa Francesco.
Da tempo i miei editori avevano previsto che io partecipassi a Torino e ne avevano parlato allo staff. Ho anche bloccato la mia settimana per essere in Italia: il che spiega perché sia stato a Roma e Firenze in questi giorni. Non avendo ricevuto un invito, ma avendo già acquistato il mio biglietto aereo e prenotato la mia settimana per l’Italia (reduce da un importante tour in America Latina mentre sarò lunedì a New York), ho chiesto a diverse persone di avere qualche risposta dal Salone. Il suo direttore, Nicola Lagioia, è stato informato. Sembra che alla fine non fossi il benvenuto, essendo il mio libro troppo “complicato” da difendere.
Non credo che ci sia stata una censura diretta del Vaticano, ma piuttosto un’autocensura degli organizzatori per non danneggiare il Vaticano. Inoltre, a differenza di tutti gli scrittori francesi che hanno avuto un ampio successo librario parlando dell’Italia, non sono stato invitato da Nicola Lagioia a Rai Radio3. Lagioia ha un problema con l’omosessualità? Un fascista omofobico come Francesco Polacchi è stato invitato al Salone di Torino, ma un autore pro-gay che dice la verità sull’Italia e sul Vaticano, no! Questa è chiaramente una censura.
Come giudica il silenzio italiano intorno a Sodoma rispetto al successo in altri Paesi?
Bisogna considerare il tutto alla luce dei numeri. Di Sodoma sono state già vendute 300.000 copie, come riportato in un articolo pubblicato l’8 maggio su L’Obs. Sono invitato alle più grandi rassegne mondiali e il mio libro, già pubblicato in 8 lingue, viene tradotto in una dozzina di altre per un totale di 20. Sodoma è attualmente sulla prima pagina di molte testate in America Latina, Polonia, Portogallo, Usa e sono oltre 1000 gli articoli comparsi in tutto il mondo al riguardi. Il libro è un bestseller in 15 paesi, tra cui Cile, Colombia, Polonia, Portogallo, Australia, Canada. È stato il numero 1 delle vendite in Francia per 8 settimane, dove sono state vendute 100.000 copie: numero mai raggiunto da un libro sulla religione. Ma in Italia sono boicottato da alcuni giornali e da alcuni festival. Si ignora il libro anche se si parla ampiamente dell’Italia!
Senza aver visionato Sodoma, ad esempio, Matteo Matzuzzi, l’ha attaccato violentemente su Il Foglio ancor prima della sua pubblicazione: tutte le frasi del suo articolo erano false o diffamatorie perché nessuna rifletteva quello che c’era nel libro, di cui ovviamente non aveva letto una sola pagina!
Il colmo del ridicolo e Matzuzzi era completamente screditato. Ma in Italia è possibile. Mai un giornalista potrebbe farlo in Francia su un giornale serio. “Sodoma – mi ha detto un giornalista in America Latina – è il libro più discusso sul Vaticano nel decennio, più dei libri del Papa”. Sono sorpreso delle censure e dai boicottaggi che ho sofferto in Italia! Si tratta di un atteggiamento per nulla pluralista né tanto meno democratico. Ma, soprattutto, serve alla Chiesa per continuare a perpetuare le sue menzogne. Il mio libro ha un requisito di verità che soddisfa il requisito della verità di Papa Francesco.
Cosa pensa dei vaticanisti italiani?
In Francia i vaticanisti non esistono. Non sarebbe mai tollerato che un giornalista si accontenti di riprodurre gli “elementi del linguaggio” del Vaticano senza la necessaria distanza e di essere agli ordini della Santa Sede più che al servizio dei suoi lettori! Ma è quello che succede su Il Corriere della Sera come su La Stampa, Il Foglio o in Rai. Ci sono due tipi di giornalisti che non hanno capito il mio libro e il dibattito globale che suscita: quelli che sono completamente estranei al mondo gay e, quindi, appaiono confusi o increduli di fronte alla realtà che descrivo; coloro che, come i vaticanisti, la conoscono troppo bene, conoscono la verità di Sodoma ma preferiscono, per vari motivi, mantenerla segreta. Per molti di loro si tratta di cose da dire ma non da scrivere! Ebbene, io le ho scritte.
“I vaticanisti conoscevano già il contenuto di #Sodoma, ma non l’hanno mai denunciato o attaccato il sistema. Perché? Non sono dei giornalisti, sono persone autorizzate dal #Vaticano a scrivere del Vaticano. Fino a quando saranno loro a scrivere questa storia, saranno solo bugie” pic.twitter.com/BnsG0c8S9u
— Frederic Martel (@martelf) 7 maggio 2019