Più di una persona Lgbt su cinque afferma di essere stata vittima di aggressione fisica in Francia durante la propria vita.
A svelarlo uno specifico sondaggio dell’Institut français d’opinion publique (Ifop) che, pubblicato oggi a quattro giorni dalla Giornata internazionle contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, è stato condotto sulla base di questionario online dal 12 maggio 2019 al 24 aprile 2019 tra 1.229 persone Lgbti, di età pari o superiore a 18 anni e residenti in Francia, quali campione rappresentativo secondo il metodo delle quote.
In totale il 22% delle persone Lgbt ha subito un’aggressione omofobica fisica (dagli schiaffi alle percosse) con un “aumento significativo» di cinque punti rispetto all’ultimo studio dell’Ifop del giugno 2018. Negli ultimi dodici mesi il numero di vittime di violenza fisica è raddoppiato tra giugno 2018 (3%) e aprile 2019 (7%) mentre il 60% di loro ha ammesso di aver pensato al suicidio a fronte della recrudescenza di un tale clima violento.
La tendenza rimane stabile per quanto riguarda gli insulti (29%, +1 punto), la vandalizzazione dei propri beni (21%) o le molestie sessuale (22%, -2 punti).
Nella maggior parte dei casi l’aggressore è un maschio (78%) di età inferiore ai 30 anni (75%), che agisce in presenza di un gruppo (61%), anche se poche vittime dichiarano di essere state aggredite da più persone allo stesso tempo (21%).
Segnalare i fatti in una stazione di polizia (27%), presentare una denuncia ufficiale (20%) o chiedere aiuto a un’associazione Lgbt (19%) rimane un atteggiamento minoritario tra le vittime.
Un taler «ambiente omofobico» porta molte persone Lgbt ad adottare «strategie di invisibilità» (come evitare di camminare mano nella mano [62%] o baciarsi in pubblico [63%] in pubblico) e «strategie di prevenzione» (come non andare in determinati quartieri [37%] o tornare a casa da soli [33%]).