Nonostante fosse stata annullata all’inizio della scorsa setimana per le «nuove tensioni nel contesto internazionale e regionale» con riferimento soprattutto all’acuirsi di attacchi statunitensi contro Cuba nell’ambito della crisi venezuelana, un gruppo di attiviste e attivisti ha deciso comunque di organizzare la tradizionale conga Lgbti (marcia caratterizzata dall’omonima danza popolare locale), scendendo in strada sabato pomeriggio.
Al grido di Sì, è possibile i manifestanti sono riusciti a percorrere solo 400 metri del Paseo del Prado a L’Avana, prima di essere dispersi dalla polizia. Tre di essi sono stati arrestati.
«Non mi sembra giusto – ha dichiarato ai media il 31enne Laydel Alfonso, partecipante della marcia –, perché non facciamo nulla di sbagliato».
Ben diversa l’opinione della deputata Mariela Castro Espín, che, come direttrice del Centro nacional de educación sexual de Cuba (Cenesex), ha ritirato il patrocinio inizialmente accordato alla manifestazione perché «controrivoluzionaria».
Raggiunta da Gaynews, la figlia dell’ex presidente e nipote di Fidel Castro, ha parlato di «show anti-cubano, sostenuto da funzionari dell’ambasciata Usa e coperto dalla stampa straniera».
Ha inoltre ricordato come anche quest’anno (per la 12° volta) si terranno, dal 7 al 23 maggio, (in occasione della Giornata internazionale contro l’omotransfobia) oltre 30 eventi Lgbti, noti come Giornate cubane contro l’omofobia e la transfobia.
«La maturità politica e civile della nostra popolazione Lgbti – ha dichiarato – deve prevalere su qualsiasi tentativo di distorcere o sabotare ciò che abbiamo fatto tra tutti noi per più di un decennio e la cui espressione sono i progressi legislativi conseguiti a partire dall’approvazione della nuova Costituzione. Motivo per cui il tema delle Giornate, in questo e nel prossimo anno, è Tutti i diritti per tutte le persone nell’ambito della campagna Riscrivi la Felicità.
Esorto, quindi, a fare di queste Giornate cubane contro l’omofobia e la transfobia uno spazio per l’unità, nella difesa della Rivoluzione e del socialismo, come l’unico progetto sociale che difende la vera inclusione di tutte le persone».
A ricordare fra l’altro come proprio a Mariela Castro si debba la prima conga o marcia per i diritti delle persone Lgbti (quando scese in piazza a L’Avana con alcune donne trans) nonché l’avvio del decennale processo antidiscriminatorio cubano ci ha pensato il giornalista di Trabajadores e attivista gay Francisco Rodríguez, più conosciuto col nome di Paquito.
Al termine di un lungo post, apparso sul suo blog il 7 maggio, ha quindi osservato: «Dobbiamo concentrarci sugli scopi principali che ci attendono. I cambiamenti legislativi che devono accompagnare la nuova magna charta sono essenziali e dobbiamo lavorare per disinnescare qualsiasi preoccupazione, inqietudine o riserva che le situazioni congiunturali – come nel caso della conga – se non siamo in grado di serrare le fila e agire con intelligenza e unità.
Come dice il detto popolare sulla processione, la nostra conga entra dentro. Non importa che quest’anno ci chiedano di non farla. Ciò che è già stato ballato – e ciò che rimane per noi ballare – non ci sarà portato via».