Addio a Doris Day, morta oggi a 97 anni nella sua casa di Carmel in California. Tra le più grandi dive hollywoodiane degli anni ’60 del secolo scorso, è stata amata ininterrottamente soprattutto dal pubblico statunitense, che in lei riconobbe la bionda della porta accanto e la fidanzata d’America.
Nata Doris Mary Ann Von Kappelhoff il 3 aprile 1924 a Cincinnati, l’indimenticabile interprete di Que sera, sera ne L’uomo che sapeva troppo scelse il nome d’arte di Doris Day dopo aver cantato, in età adolescenziale, Day after day.
È stata cantante, attrice, star televisiva, animalista, divenendo, dopo l’addio dalle scene 50 anni fa, intramontabile simbolo pop al punto tale che gli Wham! la inserirono nel testo di Wake Me Up Before You Go-Go.
La sua fedele amicizia con Rock Hudson negli anni ’80, quando l’attore visse l’isolamento per l’Aids che lo avrebbe condotto alla morte, la rese, lei che era già amata dalla collettività Lgbti, un idolo e un’icona di riferimento arcobaleno.
Una carriera straordinaria, la sua, fatta di 39 film: da Hollywood Hollywood con Frank Sinatra a La ragazza più bella del mondo di Charles Walters fino al picco del successo raggiunto con il musical Western Calamity Jane, che la vide dominare come donna il box office dai tempi di Shirley Temple.
Il modo radioso, con cui si impose sul set cinematografico, nascose per decenni i drammi dell’infanzia e dell’adolescenza. Il padre aveva lasciato la madre quando Doris aveva solo 11 anni. Poi a 13 anni l’incidente d’auto che pose fine ai suoi sogni di ballerina. A 17, invece, il matrimonio con il trombonista Al Jorden, che la picchiava, e un figlio prima dei 20. Poi altre tre matrimoni, tutti infelici, tra cui quello col manager musicale Martin Melcher, arrivato a dilapidare 20 milioni di dollari del suo patrimonio.
Eppure Doris Day non perse mai il sorriso e quel viso luminoso di persona felice e rassicurante. «Il pubblico avrebbe seguito le mie canzoni – raccontò nel ’96 – perché sentiva che credevo nelle parole, ogni parola, che cantavo».
Con la stessa passione si era lanciata nelle battaglie animaliste, diventando vegetariana e finanziando i movimenti per i diritti degli animali. «Se gli uomini sono davvero delle bestie – disse una volta – allora le donne sono animali amorevoli».
È stata la sua connaturale attitudine a non coltivare rancori e inimicizie a farla amare da tutti. Un mese fa, per il suo compleanno, era stata festeggiata da 300 persone nella sua casa in California. È stata la sua uscita di scena tra gli applausi. Ancora una volta tutti meritati.