Di origini taorminesi ma da tempo vivente a Firenze, Elena Sofia Trimarchi è un’attivista transgender molto conosciuta sui social per i post ironici e talora caustici dedicati ai temi politici, sociali, culturali nonché, ovviamente, a quelli del mondo Lgbti. Il 24 luglio 2017 è stata pubblicata su L’Espresso una lettera aperta che, cofirmata con Sabrina Ancarola e recante il titolo Noi transessuali, uccise due volte, prendeva spunto dalla reazione esultante d’un giovane cagliaritano all’uccisione a martellate d’una donna trans.
Ma Elena coltiva da anni un’altra passione, quella politica, che l’ha spinta ad accettare la candidatura per Sinistra Italiana al Consiglio comunale di Firenze in occasione delle imminenti elezioni amministrative del 26 maggio.
L’abbiamo raggunta a meno di due settimane dal voto.
Elena, non è la prima volta che decide di candidarsi. Che cosa l’ha spinta questa volta?
La passione politica innanzitutto, il fatto che la candidata sindaca Antonella Bundu sia una carissima amica, generosa, empatica, disponibile, sempre presente quando mi sono trovata in difficoltà. Il progetto-programma politico in cui mi riconosco appieno. Come potevo rifiutare?
Firenze esce dall’era Nardella. Che valutazione ne dà?
Insufficente giusto per non essere troppo cattiva. Nardella ha rifiutato il patrocinio al Pride Toscana, Nardella è quello che dopo lo stupro di due studentesse americane da parte di due carabinierei disse che gli studenti americani non dovevano pensare a Firenze come una “Disneyland dello sballo”, la riduzione di oltre due milioni degli stanziamenti per gli asili nido, e il piano casa da 400 milioni di euro ridotto a 56 nella delibera. Avere trasformato Firenze in una città militarizzata, piena di telecamere, con le famose zone rosse e il divieto di sedersi per terra a mangiare un panino in una città carente di panchine, poi discutibile la scelta di prendere nel suo staff la pm che archiviò un’ indagine della corte dei conti sull’ allora presidente della provincia Renzi accusato di essersi appropriato di 20 milioni di euro se ricordo bene, ha privatizzato tutto il privatizzabile, reso Firenze una città per turisti e non per chi deve viverci tutto l’ anno, e basta vendere a privati palazzi di proprietà del comune da cui si potrebbero trarre abitazioni a prezzi calmierati, per giovani coppie, anziani con pensioni basse, mamme single.
Che cosa significa per una donna trans candidarsi?
Ti posso solo dire che è una grande responsabilità ma anche una bella opportunità. Forse è un caso, ma dopo la mia candidatura del 2014, molte altre persone transessuali sono state candidate e a Firenze sono un po’ di più quelle che hanno trovato un lavoro vero. Non voglio prendermi meriti non miei, ma forse a qualcosa è servita quella candidatura.
Com’è stata accolta la candidatura nel suo partito?
Sono molto supportata, siamo una grande famiglia, sono davvero entusiasta.
Se eletta, che cosa si propone di fare? E in riferimento specifico alle persone Lgbti?
Mi piacerebbe occuparmi di dare spazio alla cultura, quella che unisce le persone di tutte le età, di rendere Firenze una città più sicura e non solo per le donne, ma senza telecamere, riutilizzare spazi inutilizzati o abbandonati a fini sociali: Riqualificazione e del verde, ma soprattutto stare vicino ai cittadini, ascoltarli, eserci sempre. La prima cosa che farei per le persone Lgbt, creare nei palazzi, nei luoghi istituzionali, bagni appositi per chi non vuole usare quelli contrassegnati dalle scritte M o F, perché crea loro disagio e credo che Luxuria approverebbe.Con le destre e i populismi che avanzano aumentano i casi di bullismo e violenze omotransfobico. Noi dovremo essere presenti, nelle scuole, nelle strade, nei centri di aggregazione, ovunque, nessuno va discriminato per l’ orientamento sessuale o l’ identità di genere. Basta.
Ma, soprattutto, se dovessi essere eletta consigliera presso il Consiglio Comunale di Firenze, farei del mio meglio per progettare una città su misura per tutte e tutti, persone LGBTI, donne, giovani, anziani, precari del lavoro, disabili, migranti. Tante realtà che costituiscono il tessuto sociale della nostra città e del nostro Paese. Bisogna organizzare anche a Firenze una Casa Refuge che possa accogliere le/i giovani LGBTI cacciati dalle proprie famiglie, aumentare il numero dei Centri Antiviolenza e migliorare i servizi per tutte le donne cisgender e transgender , ridare vigore ai consultori, far si che anche i centri anziani siano accoglienti verso gli anziani LGBTI e non solo. Questo e molto altro possiamo fare insieme per Firenze.