Il 17 maggio la Camera dei Rappresentanti ha approvato l’Equality Act, la proposta di legge che estende alle persone Lgbti il divieto di discriminazione in tutti gli ambiti: da quello scolastico a quello lavorativo senza dimenticare l’assegnazione d’alloggi pubblici e prestiti
Sono 25 anni che l’Equality Act non riesce a essere approvato sì da essere una delle priorità della presidente della Camera Nancy Pelosi, per la quale una tale legge renderà il Paese «più vicino alla parità di libertà e giustizia per tutti».
A votare a favore della proposta di legge non solo tutti i deputati democratici ma anche otto repubblicani, che secondo Bryan S. Brown, presidente dell’International Organization for the Family (Iof), «hanno tradito i loro collegi elettorali per votare questa legge pericolosa».
Motivo per cui Brown ha invitato ad aderire alla petizione online che, promossa dalla National Organization for Marriage, si rivolge al Senato perché non approvi la proposta di legge conosciuta come HR5.
Come noto, Iof è l’ente che organizza annualmente il Congresso mondiale delle Famiglie e stampa The Natural Family, giornale trimestrale volto a informare e ispirare «i leader a promuovere la famiglia naturale come unità di gruppo fondamentale della società e per proteggere la sacralità e la dignità della vita umana, dal concepimento al momento della morte naturale».
Brown è fra l’altro sostenitore delle terapie riparative su persone omosessuali mentre nel 2016 accusò Barack Obama di aver «normalizzato la pedofilia» con l’approvazione del matrimonio egualitario.