Addio al Carroccio. A formalizzare oggi l’uscita dal partito il consigliere regionale ligure Giovanni De Paoli, già noto ai media per aver detto nel 2016 – secondo l’accusa mossa da Agedo Genova -: «Se avessi un figlio gay, lo brucerei in un forno». Benché avesse da subito smentito di aver pronunciato tali parole, De Paoli è stato rinviato a giudizio lo scorso anno e l’udienza dovrebbe celebrarsi il 9 luglio prossimo.
«Non condivido la linea politica di questo Governo – così stamani nell’aula della dell’assemblea egislativa di via Fieschi -. Non condivido certe scelte fatte in sanità da questa Giunta. Non condivido l’arroganza con cui esponenti della Lega trattano l’istituzione democratiche che non la pensano come loro, sventolando rosari e vangeli vari. Non condivido e non sopporto più come lavora qualche assessore di questa Giunta: sono stufo di sopportare le angherie che questa Lega fa quotidianamente nei miei confronti».
De Paoli, che è presidente della Commissione Territorio e Ambiente, ha aggiunto: «Mentre io sono qui a difendere gli interessi dei cittadini della Val di Vara, alcuni esponenti del Carroccio sono in Val di Vara a distribuire santini con la lista in contrapposizione a quella che sostengo io. Poiché ho sempre difeso e sempre difenderò i miei concittadini, le persone deboli, che hanno bisogno, io lascio questo partito, se partito si può ancora chiamare, e aderisco per ora al Gruppo misto».
Il consigliere regionae ha comunque sottolineato che garantirà il suo voto «a questa maggioranza, soprattutto per il rispetto e l’amicizia che mi legano a questo grande presidente Toti».