Classe 1970, la palermitana Marilena Grassadonia si è imposta, negli ultimi anni, alla pubblica attenzione quale presidente di Famiglie Arcobaleno, che ha guidato dall’ottobre 2015 al 13 aprile 2019. Giorno, questo, in cui si è dimessa dall’incarico concomitantemente all’annuncio della sua candidatura alle europee quale capolista de La Sinistra nella circoscrizione Centro.
Marilena, da presidente di Famiglie Arcobaleno a candidata alle europee: che cosa si prova?
È un susseguirsi di emozioni fortissime. Quando mi è arrivata la proposta di candidarmi alle elezioni europee ho avuto poche ore per riflettere e alla fine il mio sì è passato attraverso due riflessioni. Ho pensato subito che in questo momento storico in cui l’avanzata delle destre diffonde odio e intolleranza, provando a metterci gli uni contro gli altri, ognuno di noi deve assumersi la responsabilità di fare la sua parte. Mettere a patrimonio comune la mia storia e le mie idee è il mio contributo.
E poi sono convinta che sia necessario che esperienze che partono dalla piazza e da gente come me che ha fatto dell’attivismo per i diritti civili la propria battaglia, debbano provare a contaminare il più possibile politica e istituzioni.
Bisogna avvicinare la politica alla gente e la gente alla politica. La sinistra mi ha dato la possibilità di farlo come capolista del collegio centro. Credo in questo progetto politico, non potevo tirarmi indietro.
Quali sono stati i punti fermi della sua campagna elettorale?
Una battaglia giusta resta giusta da qualsiasi parte si conduca. Io sto continuando esattamente quello che ho fatto fino a un mese. La battaglia per il riconoscimento di diritti veri e pieni per le persone Lgbtqi, per restituire dignità alle persone che vengono nel nostro Paese attraversando un mare che dovrebbe dargli la speranza di una vita più felice e serena e che invece è oggi luogo di morte e di propaganda elettorale.
In queste settimane ho ribadito più volte come l’obiettivo delle destre sia quello di limitare le nostre libertà individuali e l’attacco alle minoranze fa parte di questa strategia.
Le destre vogliono imporre la loro ideologia alla realtà, difendono una sola tipologia di famiglia patriarcale e misogina relegando le donne in un angolo della società. Abbiamo bisogno di una Europa femminista che contamini il nostro Paese e che dia alle donne la possibilità di scegliere il proprio percorso di vita. La realtà ci consegna una società con una pluralità di situazioni familiari che vanno tutte egualmente tutelate. Penso alle famiglie arcobaleno, alle famiglie adottive, alle famiglie straniere che vivono nel nostro Paese. Non possiamo assistere inermi ad una destra che fa del ddl Pillon la sua bandiera e che attacca quei diritti civili conquistati con forza e determinazione come il diritto al divorzio o all’interruzione volontaria di gravidanza.
Poi c’è la scuola pubblica che oggi resta forse l’ultimo baluardo di resistenza e laicità. Dobbiamo difenderla per fare in modo che i nostri ragazzi e le nostre ragazze possano continuare ad elaborare il proprio pensiero critico. La battaglia contro le discriminazioni deve partire da una forte azione culturale fatta da una scuola libera, laica e che insegni che la differenza è ricchezza.
Quanto i diritti Lgbti sono stati presenti?
Ovviamente tanto, tantissimo. Quello che succede in Ungheria, in Cecenia ci deve far riflettere di come l’attacco alla comunità Lgbtqi sia un attacco diffuso. In Italia le persone omosessuali hanno una legge che ne riconosce alcuni diritti ma che non ha avuto il coraggio di scrivere nero su bianco che gli omosessuali sono anche genitori. Non mi stancherò mai di ripetere che su diritti civili e umani non possono esserci sconti o compromessi.
Vogliamo il matrimonio egualitario, vogliamo poter scegliere se e come diventare genitori, vogliamo poterci assumere i nostri doveri fin dalla nascita dei nostri figli e delle nostre figlie, vogliamo che le istituzioni si assumano la responsabilità di tutelare la dignità delle nostre vite. È inconcepibile che ancora oggi gay, lesbiche e trans siano allontanati da casa da genitori sopraffatti dalla vergogna, dall’omofobia e dall’ignoranza della gente.
Ha ricevuto attacchi social da parte di qualche associazione Lgbti ma anche tanti attestati di solidarietà. Quale la sua valutazione?
Io vado avanti per la mia strada, per la nostra strada. La solidarietà dei tanti amici e delle tante compagne mi da la carica per continuare. Gli attacchi sono strumentali e hanno lo stesso sapore ideologico dell’attacco alla stepchild durante l’iter della legge sulle unioni civili. Quando qualcuno o qualcuna vuole imporre il suo pensiero ideologico allora perdiamo tutti e tutte un pezzo di democrazia.
Se eletta, quali saranno i suoi impegni prioritari?
Mi impegnerò senza risparmiarmi per fare in modo che le minoranze sotto attacco e le donne possano avere restituita quella dignità oggi messa in discussione da destre populiste e sovraniste. Bisogna lavorare affinché questa Europa metta al centro i reali bisogni dei popoli e non la logica dei mercati.
Dobbiamo costruire un’Europa dove i diritti di tutte e tutti vengano tutelati e riconosciuti e dove il tema della tutela ambientale venga affrontato in maniera globale. Un’Europa in cui le famiglie possano spostarsi senza perdere diritti e in cui i lavoratori possano trovare uguale possibilità di crescita e di occupazione. Insomma il mio slogan #dirittisenzaconfini racchiude tutto questo.