Roberta Mori, consigliera regionale dell’Emilia Romagna eletta nelle liste del Pd nonché presidente della Commissione per la parità e i diritti delle persone, è candidata alle europee per la lista Partito Democratico – Siamo Europei nella circoscrizione Nord Est (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia).
Avvocata Mori, come sta vivendo questi ultimi giorni di campagna elettorale?
Con grande slancio politico e ideale, perché il corpo a corpo elettorale conferisce alla campagna per il voto il senso vero di un confronto all’altezza degli occhi che non può essere finto, né banale. Non potrei interpretare diversamente il mio ruolo di rappresentanza, soprattutto quando l’impegno è rivolto in particolare alla promozione dei diritti delle persone e alla lotta contro le discriminazioni. Ho bisogno delle persone forse più di quanto loro abbiano bisogno di me. (ride)
Come trasferirà in Europa il suo impegno per la legge regionale contro l’omotransfobia in Emilia?
La dimensione europea consente un rafforzamento delle garanzie rispetto al diritto delle persone Lgbti di vivere con pienezza e dignitàla propria condizione, le proprie scelte. Il rapporto Ilga Europe 2019 ci consegna uno scenario preoccupante di regressione dei diritti civili. Le politiche contro le disuguaglianze che affliggono il pianeta non possono ignorare azioni concrete contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. E non possiamo lasciare il pallino della rappresentanza, nella negoziazione dei fondi sociali europei, a forze politiche che promuovono o aderiscono al Congresso della famiglia di Verona o che negano l’esistenza delle famiglie arcobaleno e, ancora peggio, dei loro bimbi. Le risoluzioni per i diritti Lgbti faticosamente approvate dal Parlamento europeo vanno attuate dagli Stati membri e rafforzate dall’azione congiunta di organismi di garanzia e risorse dirette allo scopo della prevenzione oltre che del contrasto.
Come si spiega le resistenze di alcuni membri del suo partito su questa legge? Pensa che certi atteggiamenti si possano ripercuotere anche a livello europeo?
Le resistenze albergano nei partiti e anche in tutte le formazioni sociali, perché sono radicate in una società intrisa di stereotipi patriarcali, che si trasformano in discriminazioni e finanche violenza se non mediate da conoscenza, educazione al rispetto, umanità. Se posso portare un’esperienza vissuta, da giovane Sindaca ho subito non pochi pregiudizi di tanti che mi appiccicavano addosso un vestito che non era il mio, che non mi prendevano sul serio e mi scambiavano per la mia segretaria (ride). C’è voluto un surplus di forza e determinazione per farmi rispettare e non lo dimentico. Le istituzioni hanno il dovere di promuovere leggi e strumenti che in modo strutturale rimuovano gli ostacoli per la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale come ci consegna l’art. 3 della nostra Costituzione. La lotta alle discriminazioni non può essere di parte, deve essere di tutt*. Ecco perché in Europa dobbiamo sostenere forze democratiche e progressiste che siano chiare sugli obiettivi di valorizzazione delle diversità, rispetto delle minoranze e delle differenze. Il mio personale impegno è non rassegnarmi mai ai pregiudizi e alle resistenze, ma trasformarli in forza per affermare con ancora più convinzione ciò che è giusto, cercando alleanze dentro e fuori l’Europa.
La legge regionale dopo le Europee. Quando pensa che la vedremo approvata?
Sono convinta che la Regione Emilia-Romagna, che ha sempre messo al centro le persone e reso i diritti concretamente esigibili, non possa sottrarsi all’impegno di concludere il percorso quanto prima, per permettere fin dalla prossima programmazione di promuovere le azioni concrete previste nella legge, dalla formazione, alla salute, all’osservatorio integrato sulle discriminazioni di genere. Quello che auspico è che temi così importanti per la vita delle persone non siano usati per sterili protagonismi o ancor peggio, bieche strumentalizzazioni politiche.
Quali sono i temi su cui si propone di lavorare maggiormente oltre alle questioni Lgbti?
Offrire un domani di pace e benessere è la nostra ambizione. Per vincere questa sfida mi impegnerò nella lotta a tutte le disuguaglianze e al cambiamento climatico, per l’investimento nel capitale umano e nella conoscenza, per l’innovazione di lavoro e sviluppo partendo dalle potenzialità dei territori. Va ampliato l’accesso al programma Erasmus a tutti i ragazzi e le ragazze fin dalle scuole secondarie, per la costruzione di una cittadinanza europea consapevole e ricca di opportunità. Mi batterò per una Unione Europea che costruisce ponti, culturali e politici, che mette al centro delle sue strategie gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. E che lavora per una compiuta emancipazione femminile perché l’attuale gap salariale e occupazionale, la penalizzazione delle donne legata alle attività di cura, sono al pari di ogni altra discriminazione freni allo sviluppo europeo e degli Stati membri, che potremo rimuovere con una legislazione più cogente e rafforzando i programmi di welfare. Va implementato il recente patto globale sulla migrazione per una migliore gestione dei migranti e rifugiati a livello locale, regionale e nazionale, coniugando le regole al rispetto prioritario dei diritti umani.