Da oggi in Brasile le discriminazioni nei confronti delle persone Lgbi sono da considerare reato e chi compirà tale crimine sarà processato sulla base delle leggi vigenti per gli atti di razzismo.
A deciderlo la Corte Suprema con l’adozione di un apposito provvedimento da parte di 6 giudici su 11 in attesa che il Congresso approvi una legislazione specifica. La votazione, presentata come storica dalla stampa locale, giunge in un clima di crescenti attacchi verbali e fisici a persone Lgbti, in parte alimentato dal presidente di estrema destra Jair Bolsonaro.
La decisione formale della massima istituzione giudiziaria del Brasile è stata accolta con sollievo e soddisfazione dai difensori dei diritti umani, in quanto rappresenta una vera protezione per persone Lgbti. Tuttavia per diventare definitiva bisogna aspettare la votazione di un altro gruppo di giudici nel corso di una sessione prevista per il 5 giugno.
Secondo l’organizzazione Grupo Gay da Bahia quest’anno almeno 141 persone Lgbt sono state uccise nel Paese e nel 2018 le vittime sono state 420. A lanciare l’allarme è stato lo stesso vice-presidente della Corte suprema Luiz Fux, che ha dichiarato: “Crimini omofobi sono allarmanti quanto le violenze fisiche e siamo di fronte a livelli epidemici di violenza omofoba”.
Complessivamente, nel corso del 2018, si sono registrate in Brasile 4,6 denunce al giorno di atti ostili nei confronti della collettività Lgbti. In totale ci sono sono state 1.685 segnalazioni con un lieve calo del 2,4% rispetto al 2017.
Nel più grande Paese cattolico al mondo, dove però i gruppie evangelicali sono sempre più diffusi e potenti, sono più di 20 anni che gruppi di attivisti lottano per far riconoscere i diritti delle persone Lgbti, ostacolati da conservatori e gruppi religiosi ben rappresentati in Parlamento. Una situazione già difficile ulteriormente aggravata dall’arrivo al potere del conservatore Bolsonaro, orgogliosamente omofobo, sessista e razzista.
Finora la battaglie di attivisti, sostenute da un numero crescente di giovani brasiliani, hanno portato alla legalizzazione del matrimonio di persone dello stesso sesso nel 2013 e al riconoscimento del diritto di adozione per le coppie Lgbti.