«Ti porteranno all’ufficio di polizia e ti romperanno tutte le ossa».
Queste le parole che, il 17 maggio, sette persone sconosciute hanno pronunciato facendo irruzione nell’abitazione di un volontario di Russian Lgbt Network. Tre di loro erano ceceni. Gli altri quattro hanno detto d’essere di polizia, ma si sono rifiutati di fornire documenti di identificazione. Si sono presentati sia come agenti di polizia di Ggrozny sia come agenti investigativi dell’Ossezia del Nord sia come componenti delle «truppe speciali di Ramzan Kadyrov».
Il volontario è stato brutalmemte interrogato e minacciato di torture e morte. Gli uomini erano alla ricerca di una giovane donna cecena espatriata e di David Isteev, coordinatore del programma di emergenza di Russian Lgbt.
L’aggredito ha loro risposto di non avere alcuna informazione al riguardo. «Mi hanno allora detto di dire a David Isteev – ha dichiarato – che lo avrebbero trovato e lo avrebbero ucciso».
Isteev riceve regolarmente minacce per il suo lavoro a supporto delle persone Lgbti cecene al pari del direttore esecutivo di Russian Lgbt Network Igor Kocketkov. Dall’aprile 2017 il network è riuscita a far espatriare circa 150 persone dalla Cecenia. Attualmente ci sono 15 persone sotto la supervisione di Russian Lgbt Network.