Jesusa Fidel Ventura Reyes, meglio conosciuta come Chucha, è stata torturata, uccisa e quindi decapitata nella notte tra il 18 e il 19 maggio a Fortín de las Flores nello Stato messicano di Veracruz. La sua testa è stata rinvenuta in una cella frigorifera di fronte al Palazzo Municipale mentre il corpo in una strada della cittadina.
A identificare, due giorni dopo, la giovane transgender gli stessi familiari, che ne hanno poi formalmente reclamato la salma il 20 maggio.
Sdegno e rabbia per la morte di Chucha è stata espressa dall’attivista trans Jazz Bustamante, che su Fb ha parlato di odio in Messico «montante ogni giorno di più contro la nostra popolazione. Condanno energicamente questo fatto e esigo che i tre poteri di governo agiscano di fronte a tali fatti»
Soltanto il mese scorso, sempre nello Stato di Veracruz, una donna trans, Becky González Reyna, era stata colpita e uccisa durante una riunione di famiglia.
Un tale clima di violenza in Messico e nei Paesi centro-americani spinge, come noto, da tempo molte persone Lgbti a emigrare dal Messico e altri Paesi del Centramerica verso gli Stati Uniti, dove molte finiscono poi per essere detenute nei centri d’isolamento gestiti dall’Agenzia federale per la Sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione (Ice).