Alla vigilia della conferenza stampa del Torino Pride (15 giugno) è polemica per l’incontro che, organizzato dal Coordinamento alla vigilia della marcia dell’orgoglio Lgbti e intitolato In Palestina: vivere e lottare tra eterosessismo, apartheid e pinkwashing, vedrà la partecipazione di due giovani lesbiche, componenti dell’associazione palestinese Aswat.
A dare fuoco alle polveri la scrittrice nonché componente di +Europa Elena Loewenthal, che ha dichiarato: «Al Gay Pride di Torino entra a gamba tesa il movimento Bds, basato su boicottaggio, disinvestimento, sanzioni contro Israele. Bds è un movimento dichiarato illegale in molti Paesi, fra cui la Germania».
Richiamando il sostegno al Bds da parte di Aswat, che, «tra l’altro ha sede entro i confini di Israele, perché è l’unico paese del Medio Oriente in cui i diritti degli omosessuali sono rispettati e garantiti», Loewenthal ha aggiunto: «Con questa iniziativa Israele diventa il bersaglio di una campagna diffamatoria, con tutta la visibilità che il Gay Pride offrirà. Ha così la meglio il pregiudizio antisraeliano, e si ignora la persecuzione delle persone Lgtb nei paesi arabi, a partire dai territori controllati dalle autorità palestinesi e da Hamas».
Immediata la risposta di Giziana Vetrano, coordinatrice del Coordinamento Torino Pride, che a Gaynews ha dichiarato: «Noi siamo per il pluralismo e, come tali, accogliamo tutte le testimonianze. Il nostro sarà un incontro a porte aperte, al quale potrà partecipare chiunque lo desideri.
Non si tratta di nessuna presa di posizione sulla questione israelo-palestinese. Noi ascoltiamo e accogliamo, perché siamo per i diritti e la pace di tutti. Quindi, non ci prestiamo a strumentalizzazioni».