Sarà inaugurata domani a Brescia, presso la Sala Visual Art del Museo Ken Damy, la mostra fotografica Stonewall 1969. La rivolta, dove tutto ebbe inizio.
Visitabile utti i giovedì, venerdì e sabato pomeriggio fino al 22 giugno, l’esposizione è stata voluta dal locale comitato Arcigay Orlando e curata dal consigliere Andrea Zucchini in occasione del 50° anniversario dei moti di Stonewall. Tra gli enti patrocinanti il Consolato americano di Milano, il Comune di Brescia e il Brescia Pride.
A illustrarne il significato lo stesso Zucchini che ha rilevato come «in passato, le continue oppressioni e vessazioni della polizia newyorkese avessero portato alla risposta esasperata diSylvia Rivera. Si dice che fu lei a far scoccare la scintilla all’1:00 di notte del 28 giugno 1969 che accese la rivolta della comunità omosessuale del tempo: lanciando una bottiglia o una scarpa con tacco o una bottiglia di Gin (qui la storia si mischia con il mito) contro la polizia, darà inizio almovimento di liberazione omosessuale .
Il movimento Lgbt al pari delle suffragette della Londra dell’800 o al gesto di Rosa Parks per i diritti dei neri, inizia da un atto rivoluzionario. Infatti, gli anni ’68 – ’69 furono di per loro rivoluzionari e le fotografie allestite al Museo Ken Damy mostreranno gli arresti della polizia per cross-dressing, la rivolta, il primo Gay Pride del 1970 e termineranno con il riconoscimento delloStonewall Inn come Monumento nazionale americano il 24 giugno 2016 da parte dell’amministrazione Obama».
Motivo per cui, come osservato dal consigliere d’Arcigay Brescia, «questo allestimento è stato voluto come monito e ricordo per la nostra comunità Lgbti e soprattutto vuole informare tutte e tutti coloro che non ne sono a conoscenza, suscitando così delle riflessioni e delle domande .
Ma se la nostra Carta Costituzionale ci dice che siamo tutti uguali di fronte alla legge, con pari dignità sociale, senza nessuna distinzione (sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali) e che è compito della Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, perchè allora ci sono ancora gravi differenze fra le persone?
Dobbiamo, dunque, scendere tutte e tutti in piazza il 15 giugno e tirare fuori la voce finchè questi ostacoli saranno cancellati e solo allora la mission del Pride sarà pienamente compiuta».