Nel giorno in cui 1.000.000 di persone, provenienti da tutta Europa, partecipava all’Europride di Vienna, centinaia di migliaia sfilavano in sei città italiane per la stessa ragione e gli stessi intenti.
ATRIPALDA (AV)
1° volta per l’Abellinum Pride, che ha visto nel piccolo centro d’Atripalda riversarsi persone e associazioni non solo dall’Irpinia ma anche da altre province campane.
Organizzato dall’associazione locale Apple Pie: L’amore merita Lgbt+, l’Abellinum Pride ha visto sfilare in prima fila l’attrice Eva Grimaldi e l’imprenditrice nonché attivista Imma Battaglia, da poco unitesi civilmente, quali madrine della manifestazione.
Con loro, tra gli altri, Luciano Lopopolo (presidente d’Arcigay Nazionale), Maria Laura Annibali (presidente dell’associazione Di’ Gay Project), Carmela Smaldone (presidente di Agedo Napoli) e una delegazione di Arcigay Napoli. Quest’ultima, composta, fra gli altri, dalla presidente Daniela Lourdes Falanga e da Luciano Correale, Claudio Finelli, Antonello Sannino, ha marciato col disegno di TvBoy che, realizzato lo scorso anno a Pompei e raffigurante Papa Francesco col cuore rainbow, era stato vandalizzato.
Alla vigilia dell’Abellinum Pride era diventata virale sui social la foto della signora Eleonora, nonna di Antonio De Padova (vicepresidente di Apple Pie), recante tra le mani un cartello con la scritta «Sono la nonna orgogliosa di suo nipote, anche se ama un uomo! A’ vui che ve ne fotte? L’amore si fa co’ core».
BRESCIA
13.000 persone hanno sfilato nel centro storico di Brescia per la 2° edizione della locale marcia dell’orgoglio Lgbti, che, a dispetto delle polemiche sollevate dalle opposizioni di centrodestra per la concessione del patrocinio comunale, ha coinvolto la cittadinanza.
La «voglia di agire e di essere ascoltati, facendosi sentire», quale esigenza e obiettivo del documento politico, si è concretato nello slogan #fuorilavoce. Tra i partecipanti anche il conduttore radiofonico Carlo Gabardini e l’attrice canicattese Silvia La Monaca. Alla parata ha fatto seguito il Raimbow Pride Part, aperto da 200 percussionisti di Bsamba19 sotto la guida dei sambisti Legau da Metro.
GENOVA
In 25.000, invece, hanno preso parte al Liguria Pride, che si è tenuto per la 5° volta a Genova. Ad aprire il corteo lo striscione del coordinamento con la scritta Liguria Pride 2019 – Genova better than this. Slogan, quest’ultimo, che faceva il verso, ironicamente, a quello del Comune di Genova per promuovere il turismo (More than this).
Sorpresa e meraviglia ha suscitato l’arrivo del sindaco Giuseppe Bucci poco prima della partenza del Liguria Pride. «Sono venuto – ha dichiarato – perché sono il sindaco di tutti».
Accolto con una certa diffidenza dal comitato organizzatore che ha ribadito come le politiche del Comune siano contrarie alle richieste avanzate dalla collettività Lgbti, Bucci ha percorso tutto il corteo salutando vari esponenti politici di centro sinistra e partecipanti alla manifestazione. Nei trenta minuti di visita il primo cittadino ha ricevuto strette di mano, saluti, tanti sguardi di stupore. Ma non sono mancate le contestazioni come i cori intonati da Non una di meno.
Rispondendo ai giornalisti circa il divieto opposto in passato alla registrazione anagrafica di minori quali figli/e di due papà o due mamme, Bucci ha dichiarato: «Io devo applicare la legge perché il sindaco è espressione massima della legalità», invitando la collettività Lgbti a «battersi per cambiare la legge in Parlamento».
TORINO
Oltre 100.000 a Torino per un Pride che, al grido di Over the borders, ha visto tra gli altri partecipare la sindaca Chiara Appendino, il presidente uscente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti, il neo rettore dell’Università Stefano Geuna, il rettore del Politecnico Guido Saracco e il capogruppo comunale del Pd Stefano Lo Russo. In corteo anche esponenti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil nonché di associazioni Lgbti, tra cui Alessandro Battaglia (presidente di Quore), Massimo Florio (vicepresidente nazionale di Arco), Riccardo Zucaro (presidente d’Arcigay Torino), Sandeh Veet (presidente di Sunderam Identità Transgender Torino Onlus).
Presenti, inoltre, Giovanni Minerba, cofondatore e presidente del Lovers Film Festival, e Vladimir Luxuria, che, nominata alcuni giorni fa direttrice della storica rassegna cinematografica, ha dichiarato: «È una manifestazione che si tiene da 50 anni nelle principali città italiane e straniere: bollarla come una carnevalata offende migliaia di persone. Non voglio criticare nessuno ma ognuno deve scegliere il modo in cui partecipare alle manifestazioni. Questa non è una carnevalata. Ben altra cosa sono le maschere dell’ipocrisia che spesso indossano uomini in giacca e cravatta».
Vibrante nei toni il discorso finale tenuto dalla coordinatrice Giziana Vetrano, che ha detto: «In questa piazza siamo oltre 100.000. Alla nuova Giunta regionale del Piemonte diciamo che questa splendida città è sempre stata gay friendly e noi non ci arrendiamo. Affacciatevi alle finestre e guardate fuori: siete voi fuori dalla storia». Ha anche rivolto «un appello a tutti i giovani che sono: Riprendetevi il Paese, siate liberi. Non dobbiamo più elemosinare ciò che ci spetta».
VARESE
1500 persone al Varese Pride che, giunto alla sua 4° edizione, si è svolto in una roccaforte della Lega ma a guida Pd dal 2016. Ad aprire il corteo lo striscione del coordinamento col presidente del locale comitato d’Arcigay Giovanni Boschini e la conduttrice televisiva Filippa Lagerbäck.
Presente anche Rossella Dimaggio, assessora comunale ai Servizi Civici, che nel discorso conclusivo ha affermato: «L’unica cosa che conta è cercare la propria felicità. La felicità è un diritto per tutti. Siate felici se potete». Un augurio che, in ogni caso, proprio la classe politica dovrebbe impegnarsi in prima linea a concretare.
VICENZA
7000 persone, infine, al Vicenza Pride che, ha visto lo stesso giorno svolgersi una pressocché deserta processione riparatrice e il convegno di Gianfranco Amato. Viva soddisfazione per la riuscita della marcia dell’orgoglio Lgbti è stata espressa dal coordinatore Mattia Stella, che ha dichiarato: «Abbiamo sentito la vicinanza e la partecipazione di molti vicentini».
Disdetta all’ultimo momento la partecipazione di Caterina Soprana, assessora comunale con delega alle Pari Opportunità, che ha parlato di presunte irrisioni al cattolicesimo da parte d’attivisti Lgbti.
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