A Torino, a due giorni dal Pride, Maurizio Marrone, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, e Augusta Montaruli, parlamentare FdI, hanno presentato un esposto in Procura contro la sindaca Chiara Appendino, colpevole di aver trascritto gli atti di nascita di bambini di coppie di persone dello stesso sesso.
Dura la presa di posizione del Coordinamento Torino Pride, che ha lavorato con la prima cittadina da subito per portare a casa questo grande risultato e fare di Torino una città virtuosa in questo ambito.
Duro il commento della coordinatrice Giziana Vetrano, che ha dichiarato: «La sindaca, in realtà, è solo colpevole di aver dato tranquillità, sicurezza, giustizia e serenità ai nostri figli e figlie, riconoscendone la loro composizione famigliare e riconoscendo entrambi i genitori, biologici e intenzionali.
Chiara Appendino ha dichiarato che continuerà a registrare i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno, perché crede fortemente nella tutela legale – ove possibile – di tutte le tipologie di famiglie. A lei va, quindi, tutto il sostegno e incoraggiamento del Coordinamento Torino Pride. La destra attacca le coppie samesex punendo i loro figli e privandoli di diritti e tutele. Si autoproclama paladina di donne e bambini. Ma di quali bambini? Certo non di quelli ai quali viene negata l’esistenza di un genitore, rendendoli orfani di fronte alla burocrazia ed esposti alle intemperie della vita senza le garanzie materiali ed emotive che derivano dai riconoscimenti attuati dall’amministrazione Appendino.
I due paladini della “famiglia” parlano, relativamente alla gestazione per altri, di donne disperate spesso del terzo mondo evidentemente non conoscendo la materia, almeno quella relativa alle coppie samesex, e soprattutto dimenticando che l’accesso alla gestazione per altri è legalizzato in paesi ben più civili del nostro come il Canada e che l’assoluta maggioranza degli accessi è fatta da coppie eterosessuali.
Naturalmente dimenticano volontariamente la questione della pma, che invece è legale anche in Italia tranne che per le donne lesbiche. Ma questa è una banale discriminazione di cittadine italiane che evidentemente non interessa i due. Sappiano che non ci arrenderemo (mai) e che ci troveranno pronte e pronti ad affrontarli in qualsiasi aula di tribunale. La società è dalla nostra parte, la scienza é dalla nostra parte così come la storia: se ne facciano una ragione».
Il Coordinamento Torino Pride, a margine, fa anche sapere a Gaynews di aver appreso che il bar Norman di Torino, subito dopo la parata di sabato scorso, potrebbe essere stato teatro di un grave atto di omofobia. «Come Torino Pride – hanno dichiarato al nostro giornale la stessa Giziana Vetrano e Alessandro Battaglia, componente del Coordinamento – condanniamo ogni atto di violenza e di aggressione omofoba e siamo ancor più amareggiati se questo è avvenuto nel giorno in cui Torino è stata protagonista di una manifestazione così grandiosa nei numeri e pacifica come il Pride dello scorso sabato.
Ad oggi sono in corso degli accertamenti e confidiamo che le autorità competenti possano far luce sull’accaduto. Siamo stati contatti dai due ragazzi protagonisti dell’episodio: ci rendiamo disponibili a incontrare di persona coloro che hanno denunciato il fatto e i titolari del bar, qualora ce lo chiedessero, per poter comprendere l’accaduto ed, eventualmente, essere di supporto».