Sabato 22 giugno lo Sportello Trans di Ala Milano festeggerà i suoi dieci anni di attività costellati da successi ma anche difficoltà.
Ne abbiamo ripercorso la storia con l’ attivista Antonia Monopoli, da 10 anni responsabile del servizio, che ha condiviso con noi le sue gioie, ma anche le sue preoccupazioni per il futuro del servizio rivolto a persone trans e Gender variant.
Antonia, quando e come inizia la tua collaborazione con Ala Milano Onlus, che ha portato alla nascità dello Sportello Trans?
Lo Sportello Trans nasce nel 2009. Alla fine del 2008 mi ero dimessa a causa d’incomprensioni con i componenti del direttivo dell’associazione di volontariato “La Fenice”, di cui facevo parte. Desideravo continuare le attività e mi rivolsi ad Ala Milano Onlus, che avevo conosciuto nel 2005. All’epoca Ala Milano Onlus aveva in piedi un progetto chiamato “Transiti”. Tra le attività progettuali era prevista la partecipazione a un corso semestrale per peer educator. Vi presi parte senza alcuna aspettativa. Nel 2009, quando mi rivolsi ad Ala Milano Onlus per proporre l’apertura di uno Sportello Trans, trovai piena accoglienza al riguardo. Mi hanno così aiutato nello strutturare un servizio, grazie al quale, per ben 10 anni, abbiamo dato una concreta opportunità a chi non aveva alcun punto di riferimento nel formulare richieste.
Domani si svolgerà il decennale dello Sportello Trans, di cui sei responsabile. Puoi fare un bilancio di questi anni di lavoro e di impegno?
Domani, dalle ore 19:00 alle ore 22:00, si terrà una festa per i 10 anni di attività sul territorio milanese. Il servizio, come dicevo sopra, nacque con l’obiettivo di accogliere, ascoltare, orientare e accompagnare le persone che si rivolgono allo Sportello. Negli anni successivi ho capito che ci doveva essere una presa in carico dell’utenza per svolgere un tutoring educativo. Abbiamo così organizzato e svolto, in collaborazione con un’artista terapista dell’Accademia delle Belle Arti, un laboratorio sull’identità di genere volto a persone transgender e cisgender. Successivamente abbiamo creato un gruppo sull’autonarrazione attraverso la fiaba in collaborazione con uno psicoterapeuta. Nel 2014 abbiamo iniziato a organizzare dei gruppi di mutuo aiuto, ancora operanti due volte al mese, nonché eventi volti a sensibilizzare la cittadinanza a contrastare la transfobia e le discriminazioni verso le persone trans.
Lo Sportello svolge inoltre un’attività d’accoglienza con colloqui il mercoledì mattina e primo pomeriggio. Dal 2009 sono presenti due psicoterapeuti di sostegno, mentre nel 2015 abbiamo aggiunto alla rete multidisciplinare altri professionisti convenzionati con il servizio: tra questi uno psicoterapeuta per le valutazioni, un’endocrinologa, un avvocato, una ginecologa, un chirurgo e due psichiatri nel caso servissero. Il servizio collabora con lo Sportello Lavoro di Ala Milano e collabora con i servizi del e sul territorio nazionale.
Qual è la maggiore soddisfazione che hai avuto in questi anni e quale è stato, se c’è stato, un momento di grande difficoltà?
Sono tante le soddisfazioni che ho avuto in questi 10 anni. In primo luogo, i ringraziamenti da parte delle ragazze e dei ragazzi che ho aiutato nel loro percorso di liberazione. Li sento e li vedo sereni e realizzati. Altra soddisfazione: nel 2014 ho iniziato a organizzare i gruppi di auto mutuo aiuto con tre persone presenti. Oggi, invece, ci troviamo anche in 32 persone ed è bello sentirsi come in una famiglia, dove ci si aiuta a vicenda come si può anche e soprattutto con una parola di conforto. Negl ultimi due/tre anni ho visto sempre più genitori accompagnare i figli minori e maggiorenni e partecipare al gruppo.
Devo però anche dire che mantenere un servizio in vita per tutti questi anni è stato molto difficile. In 10 anni siamo riusciti a portarlo avanti a mozzichi e bocconi. Pochissimi finanziamenti, tra cui uno minimale dell’Unar. Soprattutto la Chiesa Valdese ha destinato dei finanziamenti nel corso di questi 10 anni. Ala Milano, da parte sua, ha cercato di includere alcune nostre attività all’interno di progetti sulla prevenzione Hiv e Mst, sulla riduzione del danno, sulla coesione sociale. Nell’ultimo anno abbiamo fatto tanta fatica ad andare avanti.
Nonostante l’autrofinanziamento del servizio da parte dell’associazione, le donazioni dai professionisti convenzionati, il tesseramento annuale dell’utenza e altre piccole raccolte di fondi minori, lo Sportello rischia di chiudere. Il 1° luglio dovrebbero essere sospese le attività benché abbia l’agenda piena di appuntamenti. Sono un po’ disperata, lo ammetto. L’utenza è già entrata nel panico e io mi sento impotente a sopperire alla mancanza di finanziamenti, necessari per dare continuità alle attività di un punto di riferimento che ha contribuito alla storia delle persone transgender.