Ancora manifestazioni di piazza oggi a Tbilisi per ribadire come la Russia sia “il nostro nemico”, dopo che il 20 giugno 10.000 persone avevano cercato di fare irruzione nel Parlamento per protestare contro l’intervento in aula del deputato russo Sergei Garvrilov.
Il parlamentare era arrivato nella capitale georgiana per l’Assemblea interparlamentare dell’ortodossia (Iao), organismo creato in Grecia nel 1993 per rafforzare i rapporti tra i deputati dei Paesi di fede ortodossa. Il fatto che Gavrilov abbia tenuto il suo intervento in russo e, per giunta, dallo scranno del presidente del Parlamento ha scatenato l’ira dell’opposizione e la conseguente protesta popolare.
La polizia ha risposto con gas lacrimogeni, idranti e pallottole di gomma. Il bilancio è stato di 240 feriti, di cui 80 poliziotti. Per placare gli animi, il presidente del Parlamento Irakli Kobakhidze, in carica da tre anni, ha annunciato le sue dimissioni. La sua uscita di scena è avvenuta dopo una riunione del partito di governo.
Come noto tra Georgia e Russia le relazioni diplomatiche sono state interrotte dal 2008, a seguito del conflitto scoppiato nelle regioni separatiste dell’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, la cui indipendenza viene riconosciuta solo da Mosca, che vi mantiene una presenza militare. Il Cremlino, inoltre, non apprezza l’ambizione georgiana di entrare un giorno a far parte della Nato e dell’Ue.
Per Mosca quelle di Tbilisi sarebbero «manifestazioni di russofobia». Alla luce di tali valutazioni il presidente Vladimir Putin ha disposto che, dall’8 luglio 2019 sarà temporaneamente vietato alle compagnie aeree russe effettuare trasporti aerei anche commerciali dalla Federazione verso la Georgia. Si è inoltre chiesto al governo georgiano di prendere misure per garantire il rientro dei cittadini russi presenti sul territorio georgiano.
Alle manifestazioni di piazza hanno partecipato, anche oggi, gli organizzatori del Tbilisi Pride con tanto di cartelli e t-shirt col logo della marcia dell’orgoglio Lgbti. Essi hanno inoltre ieri annunciato in conferenza stampa il rinvio della parata prevista per oggi che, come noto, era stata duramente contestata negli ultimi giorni da componenti del Patriarcato ortodosso georgiano e dagli estremisti di destra, capeggiati dal nazionalista Levan Vasadze.
«Data l’attuale situazione politica in Georgia – ha dichiarato a Gaynews Yuri Guaiana, senior campaign manager di All Out, che è da giorni in loco – la decisione di rinviare la marcia del Tbilisi Pride è un atto di responsabilità civile. Tutti gli altri eventi del Tbilisi Pride si sono svolti con successo. Continueremo a lavorare con i nostri partner per far sì che la marcia del Tbilisi Pride possa tenersi in sicurezza quando verrà riprogrammata».
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