Dal 6 giugno Vladimir Luxuria è la nuova direttrice del Lovers Film Festival, primo festival cinematografico dedicato ai film Lgbqi+, che, fondato da Ottavio Mai e Giovanni Minerba, compirà il prossimo anno 35 anni di attività.
In occasione del 54° compleanno di Vladimir, che succede nell’incarico a Irene Dionisio, abbiamo intervistato tanto lei quanto Giovanni Minerba (che del festival è presidente) per valutare l’importante rassegna cinematrografica nella triplice ottica del passato, presente e futuro
Giovanni, qual è stata l’evoluzione del Lovers Film Festival dalla sua ideazione e creazione a oggi?
L’evoluzione di Da Sodoma a Hollywood, ora Lovers, si potrebbe analizzare attraverso molti aspetti, certamente quello più consono potrebbe/dovrebbe essere quello cinematografico. Partiamo da questo. Era il 1986 quando nacque Da Sodoma a Hollywood, a San Francisco già si celebrava il 10° anno di Frameline, il primo festival Glbt al mondo, poi sempre in America, a Los Angeles, cinque anni dopo nacque l’Outfest: il nostro arrivò per primo in Europa, già questo si può considerare un elemento importante.
Già qualcosa si era mosso in Italia, sempre a Torino, con Ottavio Mai, all’interno del FUORI, avevamo collaborato all’organizzazione di alcune rassegne tematiche, poi dopo il nostro primo film Dalla Vita di Piero, frequentando vari festival arrivò l’idea di provare a proporre il festival, non fu cosa semplice ma ce la facemmo. Fu questo il primo elemento positivo; riuscire a portare in Italia, a Torino, quei film che ritenevamo importanti e che non sarebbero mai stati visti da noi, quei “Film che cambiano la vita”. Allora non c’era internet, non c’era la comunicazione e la visibilità veloce di adesso. I film non si potevano inviare con il “telefax”, che era la cosa più veloce per comunicare; arrivavano dopo giorni e giorni le mitiche Vhs.
Ovviamente da allora potrei solo parlare di elementi positivi, perché la figura del “personaggio omosessuale” è stato sempre di più rappresentato in maniera più consona alla realtà, quindi una maggiore consapevolezza da parte degli autori, a partire da Gus Van Sant, che con il suo primo film Malanoche vinse a Torino, Todd Haynes anche lui qualche anno dopo a Torino, due fra gli autori che, come “presagiva” il nostro festival, da Sodoma sono poi arrivati a Hollywood. Questi fra i tantissimi elementi positivi, sicuramente non solo per me, anche per la marea di persone che hanno vissuto con noi in trentaquattro anni di festival.
Cito solo uno degli elementi negativi, si potrebbe dire, che negli anni che non è cambiato, cioè, ci sono stati, e ci saranno sempre forse, politici che ancora non hanno capito che certi film possono cambiare la vita, il pensiero, il cuore.
Come vede il futuro del Lovers? E cosa pensa della nomina di Vladimir Luxuria a direttrice del festival?
Non sono un cartomante di professione, ma anche in quello quando mi ci metto me la cavo, pertanto voglio pre-vedere un futuro sempre fantastico per questo festival, soprattutto perché lo desiderano in tanti, non solo io, fra i tanti oltre al nostro amato pubblico, c’è chi oltre all’impegno, il lavoro, la professionalità ci ha sempre messo il cuore, e lo hanno fatto indipendentemente da chi lo dirigeva, e credo che con lo stesso entusiasmo lo faranno con Vladimir alla direzione.
Per quanto mi riguarda, posso solo dire di conoscere Vlady da 25 anni circa, certo non posso dire di conoscerla perfettamente in tutte le sue sfaccettature, ma quasi. In tutte le occasioni che abbiamo avuto modo di fare delle cose insieme quello che mi ha più colpito è la passione, la serietà e la professionalità nel suo impegno, potrebbe già bastare. Poi, io ho sempre pensato che (oltre a me sia inteso, ahahahahah…) “nessuno è perfetto”, in attesa di smentita dico che ognuno è un umano; e non non credo possa mai pensare il contrario. Quindi, sono contento della nomina di Vlady, e sono certo che lei, con la sua intelligenza, abbia la possibilità di confermare quello che in tutti questi anni ci hanno accumunato. Buon lavoro a Vlady!!!
Vladimir Luxuria, che cosa rappresenta per lei la nomina a direttrice artistica del Lovers Film Festival?
Per me questa nomina è un grande riconoscimento ed attestato di fiducia, anche perchè viene da un comitato di esperti. Eravamo rimasti in quattro con dei buoni curricula. Sono felice della fiducia riposta in me. Adesso, dovrò conquistare la fiducia di tutti.
Ha già delle idee per la sua direzione artistica?
Premetto che qualunque decisione non sarà calata dall’alto ma sarà condivisa con una squadra che è rimasta la stessa, e che ha decretato il successo del Lovers Film Festival. Il nome del festival sarà un contributo alle diverse direzioni artistiche. Lovers Film Festival, per ricordare la direzione di Irene Dionisio, degli ultimi tre anni. Da Sodoma a Hollywood, per ricordare la creazione del festival da parte di Giovanni Minerba e Antonio Mai. I film in arcobaleno sarà la mia aggiunta.
Il centro di tutto sarà il cinema, ma insieme ad altre performance che partendo dal Cinema interagiranno con altre arti, come il teatro la danza e la musica. Mi piacerebbe celebrare “la voce”. Per molto tempo la comunità Lgbtqi+ non ha avuto voce. Fino al 1968 a Hollywood vigeva il codice Hays; non si poteva parlare di omosessualità se non per denigrarla. Finalmente, dopo anni di battaglie, abbiamo una voce. Usando la metafora della voce, vorrei celebrare il passaggio dal cinema muto al sonoro, ricordando la prima regista donna e lesbica, Dorothy Arznar, che operò proprio in quegli anni di passaggio. Per celebrare il gender fluid ricorderemo Greta Garbo per i 30 anni, della sua scomparsa.
Infine, ci sarà una parte dedicata al gossip sulle persone Lgbtqi+, e su come è cambiato da Kenneth Anger, che scrisse Hollywood Babilonia, ai giorni nostri.