Nella notte tra sabato e domenica due giovani brasiliani, poco più che 20enni, in vacanza sono stati aggrediti nella centrale via Umbria a Pescara.
Secondo quanto raccontato dalle stesse vittime alla polizia, un uomo li avrebbe presi a calci e pugni, mentre passeggiavano mano nella mano, per poi darsi alla fuga. Condotti in ospedale e medicati, i due giovani sono stati dimessi con pochi giorni di prognosi.
Delle indagini si sta occupando la Digos della Questura di Pescara.
Nello stigmatizzare l’accaduto, il segretario regionale di Si Daniele Licheri e quello provinciale pescarese Pierpaolo Di Brigida hanno parlato di «ennesima aggressione omofoba», chiedendosi se «il presidente Marsilio e l’intera Giunta regionale si rendano conto che è urgente approvare il disegno di legge contro l’omofobia scritto e depositato nella scorsa legislatura anche con il nostro contributo».
A sostegno del ddl regionale anche il consigliere comunale Giovanni Di Iacovo (Pescara Città Aperta) secondo il quale Pescara «è una città aperta e moderna che non tollererà nella maniera più assoluta questi gravissimi gesti di violenza omofoba che stanno aumentando in modo preoccupante e vergognoso in tutta Italia».
Il consigliere regionale pentastellato Domenico Pettinari ha invece sottolineato che «se chi ha il potere di intervenire si ritiene soddisfatto del clima che si respira ogni giorno a Pescara, si assuma le sue responsabilità e ne risponda direttamente alla cittadinanza.
Il MoVimento 5 Stelle andrà avanti per la sua strada, sempre dalla parte dei cittadini e di chi non ne può più di rischiare la propria incolumità per poter lavorare o, semplicemente, fare una passeggiata in città».
Arci Pescara, infine, ha parlato di «gesto di assoluta gravità», lanciando un appello ai «responsabili della sicurezza e alla cittadinanza: occorre prendere provvedimenti contro i luoghi di aggregazione nati di recente nelle vie del centro di Pescara, animati da principi ispirati all’ideologia fascista. Tali luoghi vanno presi di mira e ne va interrotta l’attività».